21 marzo 2015. Papa Francesco e don Ciotti: una vigorosa pastorale mediatica
Nel 2014 erano insieme in terra romana Papa Francesco e don Luigi Ciotti, in occasione della Giornata della memoria e dell’impegno per ricordare le vittime innocenti di tutte le mafie. Quest’anno sono stati insieme idealmente.
Il carismatico don Ciotti era a Bologna con 200mila persone per dare vita alla XX Giornata della memoria, il battagliero e misericordioso Pontefice a Napoli, fra la gente del difficile quartiere di Scampia. Ma l’obiettivo era lo stesso: combattere le mafie, il malaffare, la corruzione e soprattutto scuotere le coscienze, ridare speranza, spronare la gente a lottare per la libertà, la giustizia, la dignità.
Una fervente doppia pastorale che ha avuto partecipati riscontri mediatici. Nei tg e sul web, quasi in tempo reale, sono rimbalzate parole, frasi simboliche, immagini da Bologna e Napoli. I media “più lenti” hanno fatto eco il giorno successivo. La visita di Papa Francesco alla città partenopea si è collegata idealmente alla Giornata della memoria per le vittime di mafia del capoluogo emiliano. È stato lasciato un segno forte in questo primo giorno di primavera: 21 marzo 2015.
Con accorata decisione Papa Bergoglio ha affermato che “la corruzione spuzza e la società civile spuzza, se lascia entrare la corruzione dentro di sé”. Esortando la gente a reagire con fermezza alle organizzazioni che sfruttano e corrompono i giovani, i poveri, i più deboli, ha spronato i napoletani a non cedere alla corruzione perché “i redditi disonesti sono pane per oggi ma fame per domani”. La mancanza di lavoro ruba la dignità, vuol dire schiavitù, sfruttamento. Però, ha ripetuto ancora una volta il Papa, “non fatevi rubare la speranza”.
Dal palco bolognese di Piazza VIII Agosto – dove sono state ricordate, una ad una, tutte le vittime delle mafie, delle stragi, del terrorismo dinamitardo – don Ciotti ha fatto eco al Pontefice sottolineando che “la corruzione e le mafie sono due facce della stessa medaglia”. E, mentre ha rimarcato l’esigenza di mettere a punto una legge anticorruzione efficace, ha ribadito con forza che “non basta il ricordo, occorre l’impegno quotidiano della società civile: ognuno di noi deve diventare vittima viva”. Bisogna combattere la corruzione, sconfiggere la mentalità mafiosa che logora l’Italia, utilizzare i beni confiscati alle mafie. E allora, “abbiate più coraggio, fate presto, fate bene”, ha detto don Ciotti. Dunque, “forza, forza, forza perché nessuno dimentichi che tutti quei nomi, tutte quelle vittime innocenti, siamo noi”.
Un “noi” simboleggiato dalle mani intrecciate dei manifestanti, che hanno gridato “parole di legalità”, quelle parole “sottratte al loro significato”, che nella Giornata della memoria di Bologna sono tornate per risuonare nel lunghissimo serpentone del corteo: libertà, legalità, impegno, pace, giustizia, noi. E i più giovani, accompagnati dal sottofondo di una chitarra, hanno intonato la loro canzone-slogan: “Emilia, Emilia, svegliati! E alla mafia ribellati”.
Franca Silvestri
(22 marzo 2015)
REPORT XX GIORNATA DELLA MEMORIA Libera e Bologna insieme contro le mafie Erano 200mila a Bologna, arrivati da tutta Italia e raccolti in un corteo di circa 3 chilometri, per ricordare le vittime innocenti di tutte le mafie e festeggiare i vent’anni di vita dell’associazione antimafia Libera, fondata da don Luigi Ciotti. Un “prete scomodo”, carismatico, che mai si è tirato indietro e che ha aperto “la marcia” circondato dai familiari delle vittime di mafia, i cui nomi sono stati scanditi dal megafono alla testa del serpentone. |