L’insolito e poetico viaggio nella “grammatica del vino” del collega Marco Pozzali
Il vino è memoria. Alle sensazioni che scaturiscono dai profumi e dal gusto si legano emozioni e ricordi che richiamano altri tempi e altri luoghi come una sorta di antico alfabeto, la vite parla una lingua profonda e avvicina popoli e civiltà, unisce esistenze altrimenti lontanissime tra loro.
La poesia del vino, le sue regole e la sua storia sono raccontate nella Grammatica del vino di Marco Pozzali, giornalista e scrittore parmigiano esperto di vini, con alle spalle pubblicazioni di carattere enologico premiate a livello internazionale.
E proprio grazie alla competenza e alla poliedrica professionalità dell’autore questa “grammatica” riesce rispondere ad una serie domande.
Che cos’è il vino? Che cos’è un vitigno? Cosa contiene un grappolo d’uva? Che cosa sono il metodo Charmat e il metodo Classico? E poi, quali sono i luoghi del vino? È vero che a fianco dei “grandi Paesi” produttori emergono nuovi scenari destinati a cambiare la nostra concezione dell’enologia, come per esempio quello cinese?
Le risposte accompagnano il lettore in un viaggio visuale e testuale dentro ai confini del vino come in un lungo racconto che stimola il nostro intelletto ma anche i nostri sensi grazie ai tanti spunti destinati ad ampliare la visione del “bere bene”.
Il libro di Marco Pozzali, pubblicato da Gribaudo-Idee Editoriali Feltrinelli si apre con una dedica a Gianni Mura, “amico nella condivisione delle passioni che abbiamo consumato insieme, nella vita e nella poesia, quella di ricordare e ricordarsi”.
(9 dicembre 2021)