Un singolare bio-romanzo del collega Vittorio Monti per illustrare la figura “leggendaria” dell’inviato speciale
UN PANDA ESTINTO. Il mestiere dell’inviato speciale è il titolo del nuovo libro di Vittorio Monti pubblicato da Giraldi Editore (pp.140, 15 euro). Con stile narrativo originale e coinvolgente, l’autore racconta l’avventura professionale di un cronista d’altri tempi, “sempre dalla parte del lettore, mai una tessera di partito e neppure un giorno in redazione perché sempre per strada, a consumare le scarpe, come inviato speciale”.
Una vita da giornalista: che vuole dire una vita dentro mille altre. Il mestiere di raccontare il mondo prima dei social e del gsm. Un “inviato speciale” in missione non stop, dentro la cronaca di fatti e misfatti che ormai sono storia, esploratore del giornalismo eroico, quando i telefoni andavano a gettone. Viandante in una carovana di carta popolata di “firme” più che di volti, tipi strambi, a volte scapigliati e alternativi, ma sempre creativi e al servizio del lettore. Gente che lottava, anche con colpi bassi, per scrivere l’articolo vincente, ma soprattutto per trasmetterlo al giornale. Perché, prima dell’odierno tutti connessi, vigeva una regola ferrea: un mediocre resoconto in tempo utile è meglio della Divina Commedia in ritardo. Non un manuale di giornalismo, ma una lettura per capire che il mestiere di oggi deve ritrovare lo spirito del passato. Un lungo e sorprendente racconto, che comincia dal sogno di un bambino che a dieci anni decise di fare il giornalista. E di tutta la fatica per riuscirci. Da “abusivo” in redazione fino al premio Saint Vincent, il più ambito dalla categoria. Dalle piccole collaborazioni anonime ai grandi servizi come “inviato” del Corriere della Sera. Un album popolato da personaggi famosi della politica, del giornalismo e della cronaca, raccontati da una personalissima e sorprendente candid camera.
Un percorso dentro la memoria emotiva, non ripescato dagli archivi, utile a chi vuole entrare nel pianeta comunicazione. Non bastano scuole e master per abitarlo: serve conoscere tecniche, strategie e perfino i trucchi del cronista spericolato e romantico, al tempo della vecchia lira. Ma anche confessioni a sorpresa di un collezionista di vite altrui, diventate a caro prezzo la sua. Non un manuale. Semmai un romanzo di in/formazione.
Vittorio Monti, giornalista professionista forever. Una vita al Corriere della Sera, con un singolare record: mai un giorno in redazione, sempre in viaggio come “inviato speciale” per scrivere sull’Italia e il mondo. Qui racconta il sé stesso segreto, con ciò che non ha mai scritto in migliaia di articoli. L’altra faccia di una lunga storia. Dall’autore di La bella gente e Il Maremaldo, adesso una sorta di reality, costruito dall’amore per un mestiere esaltante, prima degli stravolgimenti generati da internet. Nel curriculum, il Premio Saint Vincent (miglior articolo di cronaca nazionale) e il Guidarello (racconto sulla terra di Romagna). La medaglia più gratificante? Nessuna tessera di partito, dunque soltanto dalla parte del lettore.
(11 gennaio 2022)