“Il diritto distorto”, spinosa narrazione autobiografica del collega Franco Botta
La storia di una persona finita negli ingranaggi della giustizia e dell’uso strumentale della legge. Nel libro Il diritto distorto (edito da Pendragon), il giornalista romagnolo Franco Botta parla della sua esperienza personale nelle aule di tribunale e di come sia cambiata «la mia percezione della legge, nella quale avevo sempre creduto».
Botta, fondatore e patron della cesenate Radio Centrale, è giornalista iscritto all’Ordine dell’Emilia-Romagna da 40 anni. Nel volume racconta le sue vicende giudiziarie in modo distaccato, da cronista, pur non facendo mancare qualche pennellata di amara ironia.
La storia parte dalla volontà della moglie di separarsi da lui dopo vent’anni di matrimonio. Un fulmine a ciel sereno, a detta dell’autore del libro. Alla separazione seguiranno poi una serie di denunce per maltrattamenti in famiglia, violenza privata, minacce, tentativo di ottenere notizie coperte da segreto istruttorio, mancanza di mezzi di sostentamento alla famiglia. Accuse pesanti, che a distanza di cinque anni vedono Botta con tre procedimenti penali archiviati, un’assoluzione perché il fatto non sussiste, una causa vinta al Tar contro il ministero dell’Interno. Un procedimento è ancora in corso di appello. C’è anche il “giallo” di un fascicolo depositato e sparito dagli atti prima della condanna di Botta, in primo grado per aver fatto mancare i mezzi di sostentamento alla figlia.
Per Botta il libro è «Una narrazione delle conseguenze di quanto può accadere quando una donna non viene capita e i figli vengono portati in tribunale contro il padre».
«Questo libro – conclude l’autore – spero faccia riflettere tutti gli operatori che sono intervenuti. Che faccia riflettere chi fa denunce perché deve sapere come può andare a finire “in nome del popolo italiano”».
Michelangelo Bucci
Consigliere Ordine dei Giornalisti Emilia-Romagna
(1 giugno 2024)