Giuseppe Giulietti è il nuovo presidente della Fnsi, eletto al primo scrutinio
“Ho scelto di mettermi a disposizione della categoria”. Con queste parole Giuseppe (Beppe) Giulietti ha assunto il ruolo di presidente della Federazione Nazionale della Stampa Italiana.
Eletto dal Consiglio nazionale del sindacato unitario dei giornalisti come successore di Santo Della Volpe (scomparso nel luglio scorso), ha raccolto 78 preferenze su 101 passando al primo scrutinio.
Nato a Roma nel 1953, le scuole elementari le ha fatte a Napoli, le medie e il liceo classico a Venezia, l’Università a Roma dove si è laureato in Storia delle religioni con una tesi sugli anabattisti, poiché “già allora provava un’irresistibile attrazione per
gli eretici, gli irregolari e per tutti quelli che diffidano dei dogmi e delle sante o laiche inquisizioni”.
È stato giornalista Rai, per lungo tempo ha svolto attività nella Fnsi, ha rivestito ruoli politici come parlamentare in commissione Vigilanza sul servizio pubblico televisivo e in commissione Cultura della Camera. Da sempre impegnato nella difesa di una comunicazione libera e trasparente, è stato tra i fondatori dell’Associazione giornalistica Articoilo 21. Da diversi anni dedica particolare attenzione alla deontologia, all’etica professionale e al nuovo modello della Mediaetica.
Nel suo intervento in Consiglio nazionale, Giulietti ha detto: “Ho accolto l’appello di amici e colleghi a candidarmi a presidente della Federazione della stampa con l’idea di mettermi a disposizione di una squadra che punti a rinnovare il sindacato dei giornalisti”. E ha precisato: “Bisogna ora che questa squadra concentri le energie sulle battaglie comuni, quelle che uniscono la categoria. Penso alla resistenza ai tentativi di imporre per legge il bavaglio alla stampa, all’impegno per una corretta riforma delle norme sulla diffamazione e per superare la disastrosa legge Gasparri sul sistema radiotelevisivo italiano, al bisogno di illuminare le periferie del mondo dove operano colleghe e colleghi che né il sindacato né l’opinione pubblica possono lasciare soli”.
Il neo presidente ha poi voluto ricordare Santo Della Volpe “amico di una vita e compagno di tante battaglie per una informazione libera, autorevole e trasparente”. E ha indicato la strada che intende intraprendere per assolvere al meglio il suo nuovo ruolo: “La prima cosa che intendo fare è incontrare i presidenti emeriti del sindacato dei giornalisti, perché ritengo essenziale una pratica che oggi sembra aver perso l’attenzione che merita: ascoltare. Nel 1993 in questa sala insieme a colleghi, giuristi ed intellettuali di tutta Italia abbiamo scritto la Carta dei doveri dei giornalisti: credo che proprio dai doveri tutti dobbiamo ripartire per ricostruire una professione che in questi anni ha subito violenti attacchi perdendo quell’autorevolezza che è essenziale ad assolvere il compito che la Costituzione ci assegna, ovvero quello di garantire ai cittadini il diritto ad una informazione libera, corretta e plurale che consenta ad ogni lettore e ascoltatore di poter contribuire alla costruzione di un Paese migliore”.
F.S.
(16 dicembre 2015)