A quasi 94 anni scompare Umberto Cavezzali, il pioniere della Rai regionale
È stato un pioniere dell’informazione regionale televisiva ed il caporedattore della Rai dell’Emilia-Romagna più longevo: dalla nascita dei Tg regionali nel dicembre 1979 al 1992. Ma la storia professionale di Umberto Cavezzali era cominciata molto prima. Era infatti giornalista dal 1951. Nato a Parma il 15 novembre 1927, è stato compagno di classe di Luca Goldoni, Giorgio Torelli, Luigi Malerba, Alfonso Madeo e Baldassarre Molossi. Cavezzali non è da meno: dopo esperienze nella carta stampata, fu assunto nel 1955 alla Rai di Palermo dove rimase per otto anni. Quindi il trasferimento a Bologna, dove, dopo vari incarichi, divenne responsabile della redazione, succedendo a Giovanni Vicentini.
LA STRAGE ALLA STAZIONE
Della fase pionieristica del Tg, ricordava con affetto gli scarsi mezzi, uomini e spazi – la Rai di Bologna era ancora in via Alessandrini – ma anche la grande passione per una esperienza completamente nuova. In tanti anni di guida della redazione, non sono mancati gli episodi dolorosi da raccontare ai telespettatori: “Eravamo ancora cuccioli, quando scoppiò la bomba alla stazione di Bologna che provocò la morte di 85 persone e il ferimento di altre 200, eppure, dopo due ore, eravamo già in diretta con una telecamera sopra l’Hotel Alexander, dove si piazzò l’operatore Luciano Masi. La maggior parte delle immagini che ancora vanno in onda sulla strage alla stazione sono sue”. Fra le tragedie che il suo Tg ha dovuto raccontare vi sono anche le vicende della banda della Uno Bianca che ha insanguinato l’Emilia-Romagna dal 1987 al 1994 con 24 morti e un centinaio di feriti e l’aereo militare precipitato sull’Istituto Salvemini di Casalecchio di Reno il 6 dicembre 1990 che provocò la morte di 12 ragazzi e 88 feriti. “Una tragedia che mi colpì particolarmente. Erano ragazzi, come potevano essere i nostri figli, che si sono trovati in una sciagura più grande di loro “. Di indole bonaria, ironico, non autoritario ma rigoroso nel lavoro, lasciava grande libertà ai suoi redattori, salvo poi discutere apertamente quello che non lo convinceva. Aveva anche una lunga esperienza sindacale alle spalle, con incarichi nella Federazione Nazionale della Stampa. L’ultimo impegno lo ha assunto nel 2005 come presidente del Collegio dei probiviri dell’Aser, l’Associazione stampa dell’Emilia Romagna.
IL SUCCESSO DI “GENTE DEL PO”
Umberto ha avuto anche due grandi passioni: i Lions (di cui è stato anche governatore del distretto 108 Tb) e la scrittura. Aveva una predilezione per i racconti brevi. Il suo volume di maggior successo “Gente del Po” edito da Camunia (1992) è stato per diverse settimane anche fra i più venduti per la narrativa. 29 racconti brevi o brevissimi – qualcuno di una pagina e mezza – che costruiscono un romanzo corale con protagonisti preti, anarchici, marescialli, ladri, vagabondi ed eroi inconsapevoli della Bassa Padana di fine Ottocento. Racconti veri, garantiva l’autore, di vicende passate che non avrebbero avuto dignità di storia. Sempre per Camunia pubblicò nel 1994 “Amori Padani”. Ultimo testo di narrativa “12 racconti d’amore” del 2010 edito da Fortepiano. Un grande elogio delle donne, dei sentimenti e della tolleranza. Cavezzali si è anche dedicato alla poesia: due i volumi “L’età breve” (1990) e “Poesie”(2003). Oltre a scrittore è stato anche autore di un documentario radiofonico e di due mediometraggi. La varietà di interessi lo ha portato a ricevere anche diversi riconoscimenti fra cui il Guidarello, la Caveja d’oro, il premio Sant’Ilario. Negli ultimi tempi anni, almeno con me, si faceva sentire con un paio di telefonate all’anno. Si informava sui nuovi colleghi che aveva visto in onda, chiedeva notizie come fosse ancora in redazione e ai giovani che gli chiedevano di fare i giornalisti, ripeteva come aveva sempre fatto anche con noi “Non siate mai presuntuosi, continuate a coltivar la voglia di sapere. Siate sempre curiosi, premessa per essere un buon giornalista e non dimenticate, come diceva Mario Missiroli, che il giornalismo è la più bella professione del mondo”.
Umberto lascia la moglie Frida e le figlie Lorenza e Benedetta.
Il funerale si svolgerà mercoledì 27 ottobre alle ore 15.30 nella parrocchia di Sant’Antonio da Padova in via Jacopo Della Lana, 2 a Bologna.
Giorgio Tonelli
(25 ottobre 2021)