Addio a Paola Rubbi: il volto più noto, popolare e amato del Tg regionale Rai
Attraversare il centro storico di Bologna con Paola Rubbi significava impiegare un tempo interminabile. Tutti la conoscevano e anche chi l’aveva vista soltanto in tv voleva salutarla, scambiare una parola. E lei sempre con una battuta pronta e affettuosa per tutti. Qualcuno azzardava: “la vedo sempre in tv”. Lei sorrideva compiaciuta, poiché era in pensione dalla Rai da quasi vent’anni. Il segreto del suo successo? Lo spiegava lei stessa, con autoironia, ricordando che si proponeva come la vicina di casa che, affacciata alla finestra, raccontava le ultime notizie. Da far rabbrividire tutti coloro che scrivono manuali di giornalismo televisivo!
Il volto più noto e popolare dei 38 anni della TgR Emilia-Romagna ci ha lasciato all’età di 83 anni, dopo sei mesi di calvario fra cliniche e ospedali. Espressione genuina della
bolognesità fatta persona, tono di voce inconfondibile, sorridente, gioviale, cordiale e disponibile con tutti, Paola Rubbi, figlia unica di un notissimo pediatra bolognese, prima di raccontare l’Emilia-Romagna è stata allieva del “Galvani” di Bologna e si è laureata in Giurisprudenza con il massimo dei voti. Ha esercitato anche la professione forense (e sui documenti ufficiali ha continuato a firmarsi avv. Paola Emilia Rubbi), ma il destino doveva portarla altrove fra i giornali e fra la gente. Dopo una parentesi da insegnante di diritto in un istituto per ragionieri, nel 1961 ha cominciato a collaborare con il quotidiano Avvenire d’Italia come cronista, perlopiù seguendo i lavori del Consiglio comunale.
Pubblicista dal 1962, è diventata professionista nel novembre del 1967 (una delle prime donne a Bologna a entrare in una redazione) e 40 anni dopo ha ricevuto la medaglia d’oro dell’Ordine dei giornalisti. Nel 1968 ha iniziato a collaborare con la Rai fino all’assunzione (nel 1979, con la nascita del Tg3 regionale). Per 16 anni il volto di Paola Rubbi ha fatto ingresso nelle case degli emiliano-romagnoli con il suo tratto distintivo di garbo e simpatia, quasi di complicità con i telespettatori, che l’hanno sempre ricambiata con espressioni di stima e amicizia.
Sempre attiva in campo sindacale, è stata prima presidente dei cronisti dell’Emilia-Romagna, poi nel 1987 eletta presidente dell’Aser (Associazione Stampa Emilia-Romagna) e riconfermata nel 1991 per altri quattro anni. Ha fatto parte anche della Giunta della Federazione nazionale della stampa italiana (Fnsi) e, per tre mandati, è stata nel Collegio nazionale dei probiviri della Federazione. Nel 1993 è entrata a far parte del CdA della Casagit (la Cassa Autonoma nazionale dei Giornalisti) dopo esserne stata delegata regionale per diversi anni.
Colta, appassionata di storia, innamorata di Bologna e del suo Appennino ha scritto numerosi libri e ha continuato, anche dopo il pensionamento dalla Rai, a frequentare studi televisivi intervenendo sui temi più vari. Anche Susy Blady l’aveva chiamata, un anno fa, per una puntata dedicata a Bologna su Raiuno. La sua è stata una vita “fuori casa”, tanti erano gli interessi che coltivava, fra libri, ospitate, conferenze, dibattiti, concerti, presentazioni. Un’agenda fitta che prendeva respiro solo nel mese sabbatico che si concedeva ogni estate nella sua casetta di Varano di Granaglione. Di tanti riconoscimenti ricevuti, andava fiera per il premio “Città di Porretta” ricevuto nel luglio 2014.
La sua scomparsa ha lasciato un lungo elenco di ricordi e condoglianze, sui giornali e sui social network, dai colleghi alle istituzioni e, soprattutto, dai tanti telespettatori, lettori e semplici cittadini che le hanno voluto bene.
Famigliari, amici, numerosi colleghi, rappresentanti di diverse istituzioni e organismi di categoria, persone che l’hanno conosciuta attraverso la tv si sono stretti a lei per un ultimo saluto giovedì 6 luglio nella Basilica di San Domenico a Bologna.
Giorgio Tonelli
ph Pasquale Spinelli
(6 luglio 2017)