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Addio Raffaele Dalla Vite: firma storica della Gazzetta dello Sport, “cronista di razza” appassionato di calcio e motori

A 88 anni se ne è andato nel silenzio anche Raffaele Dalla Vite. Per noi tutti del mondo giornalistico semplicemente Raffa. Era della generazione di Gianfranco Civolani e con il grande Civ intrecciava duetti incomparabili sulle vicende del calcio bolognese e mondiale. Li trovai entrambi su un treno diretto a Milano nel 1982. Io ero la matricola del Mundial, loro i veterani e in quello scompartimento correvano sogni e poesia, sorrisi maliziosi e scienza calcistica. Il destino mi unì proprio a Raffa, perché come lui avrei preso un aereo da Linate diretto a Siviglia per seguire il girone del Brasile. Raffaele fu premuroso come un padre con me. Mi ospitò sulla Ford noleggiata per lui dalla Gazzetta dello Sport, mi guidò nei pellegrinaggi al campo di allenamento di Mairena de Alcor dove si preparava la selecao di Tele Santana, una delle più forti di sempre. E quando una banda di ladri manolesta mi rubò il borsello con accredito e documenti, fu lui a scortarmi alla Guardia Civil e a consolarmi con affetto. Lungo le strade di Siviglia mi fu anche maestro di vita, con la sua ironia, il disincanto, l’amore per la notte e le sue tentazioni. Nel suo esperanto comprensibile a tutti corteggiava e seduceva per il puro piacere di vedere accendersi una luce negli occhi di chi lo ascoltava. E per un gioco della vita mi sono ritrovato molti anni dopo a vivere una serata con il figlio Matteo, celebrando insieme la memoria di quei magici giorni con Raffa.
Sul piano professionale Dalla Vite è stato un vero segugio, un cronista di razza, un cacciatore di notizie. Dal team della Nazionale di calcio con Maradei, Cerruti, Calamai e Cecere a quello della F1 con Pino Allievi, Raffa passava con disinvoltura. Senza conoscere l’inglese ma con la maestria di un incantatore sapeva arrivare sempre per primo sulla notizia. Il mestiere lo aveva imparato al Resto del Carlino dove faceva il correttore di bozze, la gloria professionale la trovò con la Gazzetta dello Sport che ne fece il capo della redazione calcistica bolognese e poi un inviato di livello mondiale.
Sorridente e sornione dietro i suoi ray-ban, Raffa ha infranto cuori e fabbricato notizie con identico slancio, lasciando la traccia di un uomo vitale e affettuoso. Solo nei giorni del declino ha deciso di ritirarsi poco a poco dal mondo. Di scivolare via nel silenzio, lasciando scolpito il ricordo di quel sorriso che non si dimentica.
Giuseppe Tassi

Dal 1970 era iscritto come professionista all’Ordine dei Giornalisti dell’Emilia-Romagna, che si unisce al cordoglio di familiari, amici, colleghi e formula sentite condoglianze. L’OdG esprime particolare vicinanza al figlio Matteo, giornalista professionista iscritto all’Albo regionale.

La cerimonia funebre si è svolta il 5 luglio 2025 alla Certosa di Bologna.

(6 luglio 2025)