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All’OdG E-R iniziativa pubblica per Giancarlo Siani e la sua Olivetti M80

Dopo una tappa a Ravenna, la Olivetti M80 di Giancarlo Siani è approdata a Bologna il 1° ottobre ed è rimasta esposta nella Sala del Consiglio dell’Ordine dei Giornalisti Emilia-Romagna (in Strada Maggiore, 6) fino al 3 ottobre 2025.

A conclusione dell’expo bolognese, venerdì 3 ottobre, nella sede dell’OdG E-R si è svolta una iniziativa pubblica su libertà di stampa, verità, attualità del messaggio di Siani. Hanno partecipato consigliere e consiglieri dell’Ordine regionale dei Giornalisti insieme a rappresentanti di Libera e “lavialibera”.

Il presidente OdG Silvestro Ramunno, a nome di tutto il Consiglio, ha ringraziato Libera per il coinvolgimento in questo viaggio-staffetta: “Siamo felici di avere ospitato nella nostra sede la macchina da scrivere di Giancarlo Siani, per tante ragioni. Soprattutto perché non scriveva solo le cose che succedevano, ma perché succedevano. Dava notizie mettendole dentro un contesto”. Per questo ci ha rimesso la vita, ma proprio per questo “è molto attuale”. Perché “il lavoro del giornalista non è solo quello di produrre un contenuto e diffonderlo attraverso tutti i canali disponibili, ma di dargli un contesto”. Ecco: “Giancarlo Siani questo già lo faceva quarant’anni fa. Era una luce accesa su quello che succedeva”.  Quindi, “ci consegna un messaggio di grandissima attualità”.
Anche gli interventi di Libera e “lavialibera” hanno sottolineato che “Siani faceva luce. Fare luce in territori dove luce non c’è è importante”. E il viaggio con la sua macchina da scrivere “significa ricordare il lavoro di un giornalista precario, che ha scelto di andare avanti nonostante le minacce, nonostante il lavoro complicato, in particolare in un territorio come quello di Torre Annunziata”.

Nel corso dell’incontro, alla Olivetti M80 di Siani sono state affiancate, in modo simbolico, le macchine da scrivere “carbonizzate” nell’attentato incendiario al Sindacato regionale dei giornalisti del 1979, dove perse la vita Graziella Fava.

Poi la macchina da scrivere del giornalista è stata presa in carico da Libera per proseguire il suo viaggio in Italia (Milano, Torino, Roma): “Un viaggio che continua, quarant’anni dopo, perché la verità non muore”.
Perché è importante continuare a ricordare la sua vicenda umana e professionale: “È la sera del 23 settembre 1985 quando Giancarlo Siani, giornalista precario, corrispondente per Il Mattino da Torre Annunziata, città stretta nella morsa della camorra, viene ucciso da dieci colpi di pistola sparati alla testa. Aveva 26 anni e due biglietti in tasca per il concerto di Vasco Rossi”.
Una giovane vita spezzata, che però ha lasciato una traccia indelebile: oltre 650 articoli e inchieste scritti dal 1979 al 1985.

Altre info e aggiornamenti nel sito de lavialibera e sulla pagina facebook di Libera Emilia-Romagna.

F.S.
(3 ottobre 2025)