Assemblea Odg 2016
Si è svolta a Palazzo Grassi, sede del Circolo Ufficiali di Bologna, l’assemblea annuale dell’Ordine regionale dei giornalisti. Prima di entrare nel vivo dell’incontro, il segretario Luca Molinari ha letto il triste elenco dei colleghi scomparsi negli ultimi dodici mesi e invitato i presenti a osservare un minuto di silenzio.
“Gli esami non finiscono mai” diceva il grande Eduardo De Filippo, “La vita è un’attesa tra un esame e l’altro” gli faceva eco Sergio Leone. È iniziata con queste citazioni celebri la relazione del presidente Antonio Farnè che ha voluto così sottolineare complessità, prove e sfide affrontate dall’Odg e da tutti i giornalisti negli ultimi anni.
La madre di tutte le sfide è il processo di revisione della legge istitutiva dell’Ordine: «una modifica, un ritocco a una legge in vigore dal 1963 credo non siano più rinviabili. Sono passati 53 anni dalla sua entrata in vigore. La società e il mondo sono cambiati, è cambiato profondamente anche il modo di svolgere la professione giornalistica. Dunque, non riconoscere la necessità di un intervento riformista significherebbe evitare di guardare in faccia la realtà». C’è modo e modo però di attuare questa riforma: «quello proposto dal governo non mi sembra il più adatto alle esigenze della nostra categoria. Il piglio decisionista dell’attuale esecutivo rischia di far perdere di vista gli obiettivi reali». Forse c’è un disegno ben preciso dietro a questa idea di riforma: «l’allergia dell’attuale presidente del Consiglio nei confronti del nostro ordine professionale è un dato di fatto, anche alla conferenza stampa di fine anno ha ribadito che, se potesse, l’abolirebbe domani mattina».
Ma la nostra categoria, che ha delle responsabilità sociali indiscutibili, non può rimanere senza un organismo di rappresentanza, altrimenti rischia di finire alla mercé degli editori: «l’Ordine, al pari del Sindacato, ha il compito di tutelare i colleghi anche dal punto di vista morale. Deve denunciare le situazioni di sfruttamento, garantire la formazione e l’aggiornamento professionale, costruire una deontologia e assicurarsi che venga rispettata per affermare il consolidamento della libertà di stampa».
Il presidente regionale ha poi ricordato le attività svolte nell’ultimo anno: dall’operazione di salvataggio del Master in giornalismo, gestito insieme all’Università di Bologna, che ha visto la riattivazione della convenzione con l’Ordine nazionale, all’imminente digitalizzazione dell’archivio storico dell’Odg regionale, composto da centinaia di preziosissimi documenti che abbracciano tutto il ‘900, per la quale c’è l’esplicita volontà della Regione Emilia-Romagna di contribuire in maniera esclusiva.
Il 2015 ha visto anche il consolidamento degli organi di informazione: «è stato rilanciato e potenziato il sito web dell’Odg, che è diventato un vero e proprio giornale online ricco di spunti e contenuti, rinnovati con una cadenza quasi quotidiana. È un prezioso strumento di riflessione, approfondimento, dibattito, di circolazione delle idee a disposizione di tutti i colleghi. Non solo: dopo due anni di sospensione, è uscito un numero cartaceo di Giornalisti, un quaderno monografico che mette a fuoco alcuni temi sensibili per la categoria come l’etica, la deontologia, la libertà di stampa.
Altro aspetto importante è stata la presenza dell’Ordine su tutto il territorio regionale e il contatto con i colleghi: «è avvenuto attraverso 159 corsi di formazione, che hanno coinvolto 11mila iscritti, e con altre opportunità di incontro. Ma anche dando sostegno, vicinanza, solidarietà ai giornalisti vittime di minacce, intimidazioni, soprusi o che si sono trovati ad affrontare situazioni di crisi e condizioni discriminanti del lavoro stesso. L’Ordine si è costituito parte civile nel processo “Aemilia” per stare al fianco di colleghi colpevoli soltanto di aver svolto con coraggio e determinazione il proprio lavoro, di non essersi piegati alle minacce della criminalità organizzata. Giornalisti che hanno reso un ammirevole servizio all’idea di verità e alla cultura del diritto. Perché la libertà di stampa non può essere disgiunta dalla legalità».
Ha fatto seguito la relazione di Claudio Santini, presidente del Cdt (Consiglio di disciplina territoriale), che ha individuato nel varo del «Testo unico dei doveri del giornalista» l’evento più significativo per il Consiglio e i Collegi di disciplina, chiamati ad affrontare una grossa mole di procedimenti disciplinari.
Luca Molinari ha poi letto la relazione sui bilanci della tesoriera Gianna Zagni, assente per indisposizione. E Fulvio De Nigris ha analizzato la relazione del Collegio dei Revisori dei conti.
Alla fine degli interventi istituzionali, la platea dei giornalisti è stata ivitata a votare i bilanci: sia il consuntivo 2015 che il preventivo 2016 sono stati approvati con una astensione.
Dopo diversi interventi dei colleghi presenti, il presidente Farnè ha consegnato pergamene e penne d’autore (sostitutive delle medaglie d’oro) ai giornalisti che hanno raggiunto il traguardo dei quarant’anni d’iscrizione all’Albo e i diplomi di idoneità professionale ai giovani che hanno superato l’esame di Stato nel corso del 2015.
Franca Silvestri
ph Adriana Tuzzo
(19 marzo 2016)