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Associazione Provinciale Stampa Reggiana “G. Bedeschi”. L’invito dell’arcivescovo Giacomo Morandi: dare sempre maggiore spazio alle buone notizie

Una proposta spiazzante, che è anche una sfida, l’ha lanciata al mondo dell’informazione l’arcivescovo Giacomo Morandi nell’omelia della Messa vespertina che ha presieduto nella cripta della Cattedrale di Reggio Emilia giovedì 23 gennaio 2025, vigilia della festa di San Francesco di Sales patrono dei giornalisti: “Incentivare la comunicazione delle notizie buone durate il Giubileo della Speranza”. E certamente sono tante anche nel territorio diocesano.

Monsignor Morandi rivolgendosi ai giornalisti e ai comunicatori presenti alla celebrazione diocesana del Giubileo del mondo della Comunicazione – promossa in collaborazione con Centro Diocesano Comunicazioni Sociali, La Libertà settimanale cattolico diocesano e Associazione Provinciale Stampa Reggiana “G. Bedeschi” – ha innanzitutto sottolineato come l’apostolo Paolo si fosse assunto la missione di annunciare ai fedeli con la predicazione e gli scritti il messaggio di Cristo, la vita buona delle prime comunità cristiane, le potenzialità del Vangelo.

Oggi non fa tanto notizia il bene, si comunicano le eccezioni, negative, rispetto alla normalità. È infatti difficile che il tanto bene che esiste sia annunciato. Papa Francesco il 13 novembre 2021 disse ai giornalisti: “Al giornalismo si arriva non tanto scegliendo un mestiere, quanto lanciandosi in una missione, un po’ come il medico, che studia e lavora perché nel mondo il male sia curato. La vostra missione è di spiegare il mondo, di renderlo meno oscuro, di far sì che chi vi abita ne abbia meno paura e guardi gli altri con maggiore consapevolezza, e anche con più fiducia. È una missione non facile”. Al giornalista compete una cura importante: squarciare un’atmosfera di paura e sostenere atteggiamenti di fiducia, considerando quanta influenza abbia ciò che viene annunciato. L’arcivescovo Morandi ha sottolineato che occorre fermarsi a riflettere, a raccogliere le idee, a capire i contesti e ha indicato i pericoli delle fake news e dell’intelligenza artificiale. Bergoglio ha altresì affermato che “Raccontare significa non mettere se stessi in primo piano, né tantomeno ergersi a giudici, ma significa lasciarsi colpire e talvolta ferire dalle storie che incontriamo, per poterle narrare con umiltà ai nostri lettori. La realtà è un grande antidoto contro tante malattie. La realtà, ciò che accade, la vita e la testimonianza delle persone, sono ciò che merita di essere raccontato”.

Il giornalista è impegnato in una missione di servizio alla verità. Al riguardo l’arcivescovo ha citato tre verbi usati da Papa Francesco per caratterizzare il buon giornalismo: ascoltare, approfondire, raccontare. E ha pure fatto un richiamo allo scrittore Gilbert Keith Chesterton, che ha indicato come i giornalisti rischino di essere parziali, cioè di comunicare le eccezioni alla normalità. Al termine della liturgia, Edoardo Tincani e Giuseppe Adriano Rossi hanno ringraziato monsignor Morandi per l’attenzione e il magistero rivolto al mondo della comunicazione.

Gar
(26 gennaio 2025)