Bilancio 2016 e prospettive nella lettera ai colleghi del presidente Antonio Farnè
Cari colleghi e care colleghe,
il vecchio anno si è chiuso con qualche certezza in più. E di questi tempi non è cosa da poco. Per effetto di un’ulteriore proroga concessa dal Governo, il Consiglio nazionale e i Consigli regionali dell’Odg resteranno in carica per altri sei mesi.
Durante questo tempo verranno messi a punto i decreti attuativi della legge di riforma dell’editoria, approvata lo scorso ottobre, che modifica e definisce i criteri di elezione del nostro organismo di rappresentanza nazionale. Com’è noto, il nuovo Cnog sarà composto da 60 consiglieri, 40 professionisti e 20 pubblicisti. Attualmente sono 158. Un taglio importante, dettato da legittime esigenze economiche e di semplificazione, così come richiesto dall’epoca odierna.
Nel frattempo ci prepareremo ad affrontare la scadenza elettorale, le cui date devono ancora essere definite. Sarà, come sempre, un momento di valutazione e di verifica, che avrà al centro il lavoro di questi anni. Intanto ci siamo appena lasciati alle spalle il 2016. Anche in questo caso le sfide non sono mancate. Importanti e impegnative, le abbiamo affrontate con la consueta passione, con grande senso di responsabilità, e il bilancio in massima parte ci concede la giusta ricompensa.
Partiamo dal Master universitario in giornalismo, che si rimette in moto dopo due anni di sospensione. È stato un innegabile successo, il perfetto coronamento del grande sforzo messo in campo congiuntamente da Ordine e Università di Bologna. La nostra regione, e così un ateneo prestigioso come l’Alma Mater Studiorum, non potevano essere privati di un’offerta didattica come questa. Sarebbe stato un “vulnus” inaccettabile. Siamo riusciti ad evitarlo. Il Master ripartirà in febbraio, su basi rinnovate, con un corpo docente e un progetto pedagogico di alto livello. E la nostra soddisfazione è alimentata soprattutto dalla consapevolezza che le scuole di giornalismo sono la migliore via d’accesso alla professione, quella più trasparente e più attenta al merito.
Passiamo poi al capitolo della formazione professionale continua. Lo sapete, è finito il primo triennio, si può tracciare un consuntivo. I numeri ci confortano, sia in termini di proposta che di partecipazione. Possiamo vantare una serie di primati a livello nazionale, e anche questo risultato testimonia il valore di un impegno. Quello dell’Emilia Romagna è uno degli Ordini regionali che ha organizzato più seminari formativi e che ha ottenuto i migliori riscontri da parte dei colleghi. Nello stesso tempo abbiamo rispettato l’impegno di offrire corsi gratuiti e il più possibile distribuiti nelle nove province che compongono la nostra regione.
Anche in questo caso emerge una consapevolezza ben precisa: la formazione non è soltanto un obbligo di legge, ma è soprattutto un’opportunità, un modo per potersi proporre da protagonisti in un mercato del lavoro che cambia in maniera vorticosa. E questo è ancora più importante quando si tratta di una professione, come la nostra, che agisce sul terreno dei diritti e delle libertà fondamentali e che quindi deve aver ben presente il senso delle proprie responsabilità culturali, etiche e deontologiche.
Ora si riparte da zero, inizia un nuovo triennio sotto il segno della formazione. I colleghi che non sono ancora in regola con i crediti verranno adeguatamente sollecitati, e avranno la possibilità di sanare la loro posizione.
Nell’ultimo anno abbiamo anche dovuto affrontare una riorganizzazione degli uffici di segreteria. In quest’ottica è stato necessario assegnare nuovi compiti e nuove responsabilità che, va sottolineato, vengono assolti con indiscussa professionalità. È quindi doveroso rivolgere ai nostri dipendenti e ai nostri collaboratori un ringraziamento per l’impegno e la disponibilità che dimostrano quotidianamente.
Infine siamo sempre stati puntuali nel far sentire la nostra presenza al fianco di quei colleghi e di quelle colleghe alle prese con difficoltà di qualsiasi tipo. Parliamo di difficoltà lavorative, riflesso di uno stato di crisi che purtroppo non accenna a declinare, ma anche di difficoltà nel rapporto con la politica, con le istituzioni, con le forze dell’ordine. Il giornalista svolge un compito sociale di grande importanza, sancito anche dalla nostra Carta costituzionale, e quindi va messo nelle condizioni di poter lavorare in maniera semplice e serena. Così come siamo stati vicini, e continueremo a farlo, a quei colleghi e colleghe che hanno subito minacce e tentativi di condizionamento da parte della criminalità organizzata, casi non certo sporadici nemmeno nella nostra regione. La legalità innanzitutto, è un principio fondante della nostra professione, punto d’origine di qualsiasi libertà, compresa quella d’informazione, e chi si batte per il rispetto della legalità non può essere lasciato solo.
Tutto nasce dall’idea che il nostro organismo non può essere qualcosa di astratto, lontano, impalpabile, un po’ come il Castello di Kafka; per converso deve essere una realtà viva e vivace, presente sul territorio, che interagisce con i colleghi e le colleghe. Uno strumento al passo con i tempi e all’altezza delle sfide che il mondo dell’informazione è chiamato ad affrontare. Insomma, un punto di riferimento per tutti.
È questo l’Ordine che vogliamo, oggi e domani. Insieme a questo impegno rivolgo a voi e alle vostre famiglie il più sincero auspicio di un 2017 sereno e ricco di soddisfazioni.
Antonio Farnè
(13 gennaio 2017)