Il presidente Fnsi Giuseppe Giulietti al decennale della Pedalina di Conselice: è giunto il momento di costruire il grande muro della solidarietà e della libertà
“Conselice è diventata una sorta di capitale della libertà di informazione. A mia memoria questo è l’unico monumento dedicato a un concetto, non a un giornalista ma a un’idea, non solo al passato ma al futuro”. Così il presidente della Federazione nazionale della stampa italiana Giuseppe (Beppe) Giulietti celebra il decimo anniversario del Monumento alla stampa clandestina e alla libertà di stampa. Guarda con orgoglio la mitica Pedalina di Conselice e si rivolge innanzi tutto ai ragazzi delle scuole presenti alla cerimonia (che il primo ottobre di ogni anno si svolge nella cittadina ravennate) perché “la memoria, se ha un senso, è per passare le chiavi a chi verrà dopo, al futuro”.
“Siamo in una società dello spettacolo, dove spesso accade che si facciano monumenti o ricordi per celebrare se stessi e avere qualche secondo in televisione”, dice con lucida amarezza Giulietti. “Però esistono comunità come questa con una storia nel cuore capace di dare vita a monumenti e a ricordi che affondano in un secolo di tradizioni per la libertà, per la democrazia”.
Monumenti che nascono in primo luogo dalla passione civile: “è un genio chi ha pensato questo Monumento, non solo perché ha ricordato la stamperia (Conselice era una delle capitali della stamperia clandestina) ma perché qui l’eroe vero non era solo chi scriveva ma anche chi doveva animare la Pedalina”. Allora, “io vorrei dedicare questo Monumento ai giornalisti, come avete fatto voi, ma anche ai tipografi, ma anche a chi non c’entrava niente. Perché l’articolo 21 della Costituzione riconquistato non è dei giornalisti, ma dei cittadini. I giornalisti lo devono esercitare per conto del popolo italiano: non è una funzione corporativa, è la capacità di raccontarsi dei sogni, di provare”.
Il presidente della Fnsi si rivolge soprattutto ai giovani. “Bisogna sempre diffidare di chi ti dice c’è una sola canzone, c’è un solo colore della tua camicia, c’è un solo slogan che devi ripetere, c’è un solo libro. No, la libertà consiste nella possibilità di avere sogni diversi, canzoni diverse, libri diversi e di poter scegliere, senza che nessuno ti dica ‘questo devi fare’. Perché non funziona”. L’educazione alla libertà è l’educazione a saper scegliere: “è faticoso, lo sanno tutti, ma non c’è alternativa. Ecco perché è importante questo Monumento”.
La partecipazione di Giuseppe Giulietti alla cerimonia per il decimo anniversario della Pedalina è davvero sentita: “sono venuto a Conselice perché penso che questa sia diventata una sorta di capitale della libertà di informazione, perché questo Monumento è una grande scelta, è dedicato a chi è morto per la libertà di espressione di tutti”.
Nel ricordare Camillo Galba, Santo Della Volpe e il sindaco Maurizio Filippucci (l’unico amministratore che ha avuto la tessera ad honorem della Fnsi), Giulietti sottolinea ancora che la Pedalina “è un monumento collettivo, nel quale hanno creduto tutti i colleghi dell’Ordine e del Sindacato dei giornalisti”. E poiché la libertà di informazione non è affatto un tema risolto, né nel mondo né in Europa, dedica la storica stampatrice ai colleghi della Siria, della Turchia, dell’Egitto. Perché “la Siria ha oltre 250 giornalisti ammazzati, la Turchia è il più grande carcere a cielo aperto per giornalisti, in Egitto hanno arrestato i dirigenti del sindacato dei giornalisti”. Ma la dedica va anche “a tutti coloro che non hanno voce”. E a Sabrina Pignedoli, la cronista del Carlino Reggio minacciata dalla ‘ndrangheta, che ha ricevuto dal Comune di Conselice il riconoscimento “Libertà di stampa” per il libro-l’inchiesta Operazione Aemilia.
Infine il presidente della Fnsi propone ai Comuni della zona di creare un ‘giardino delle pietre d’inciampo’ dove collocare ogni anno una pietra con il nome di un cronista che non c’è più: “un giornalista che non voleva essere un eroe, ma un cittadino libero che è morto perché ha svolto fin in fondo la propria professione. Potrebbe essere un Giardino dell’Articolo 21 della Costituzione per passare la memoria ai ragazzi”. Perché “non basta dire il ‘mondo va così’, è giunto il momento di far sapere al mondo che esistono milioni di persone pronte a costruire il grande muro della solidarietà e della libertà”.
Franca Silvestri
(5 ottobre 2016)