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Enzo Biagi e la bicicletta. Un insolito contributo del celebre giornalista-scrittore alla cultura delle due ruote: la lettera inviata nel 2006 a Bibi Bellini della Fiab per un progetto internazionale di mail art dedicato alla bici

La mia prima bicicletta era un residuato dell’esercito: a scatto fisso. A quella bicicletta sono legati momenti di felicità per le gite che facevo con gli amici e con Lucia, la ragazza che diventò mia moglie.
Uno degli itinerari era Vizzano, il ponte sospeso sul Reno a Sasso Marconi. Da quelle parti conobbi il vecchietto che primo al mondo aveva sentito la radio. Un contadino che continuava a chiamare il padrone, Guglielmo Marconi, il “signorino”. Marconi gli aveva dato un apparecchio dicendogli: “Se arriva un segnale, spara un colpo con la doppietta”. Sparò: era la radio.
Poi ci furono i momenti drammatici: io e Lucia con la bicicletta, dopo l’8 settembre 1943, scappammo, dormimmo nei fienili. Raggiunsi le mie montagne e trascorsi quattordici mesi nella Brigata Giustizia e Libertà, comandata dal capitano Pietro Pandiani. Quei momenti tragici finirono soltanto nell’aprile del 1945 con la liberazione di Bologna.
Non ricordo più che fine ha fatto quella bicicletta a scatto fisso.
Enzo Biagi

Così il “cronista in bicicletta” Enzo Biagi racconta la sua profonda e singolare relazione affettiva con le due ruote.
Il suo partecipato, caldo, empatico legame con la bici si può leggere nella lettera (in originale a questo link) inviata nel 2006 a Bibi Bellini, coordinatore per la regione Emilia-Romagna della Federazione Italiana Amici della Bicicletta (Fiab), in occasione di un progetto tematico internazionale di mail art.
Per quel progetto Bellini ricevette oltre 300 contributi artistici, testimonianze, scritti a tema bicicletta da circa 30 Paesi e da numerosi artisti, intellettuali, noti personaggi italiani, tra cui Altan, Pino Cacucci, Romano Prodi (allora presidente del Consiglio) e, appunto, Enzo Biagi. Testimonianze, sempre vive, raccolte in un catalogo dedicato all’iniziativa (consultabile a questo link).
Alla lettera di Biagi il coordinatore di Fiab è particolarmente affezionato poiché ritiene che “condensi la sua grande sapienza narrativa, capace di coniugare sintesi e senso epico del racconto. Ecco che, anche un breve scritto sulla sua prima bicicletta, diventa crocevia da cui dipartono una serie di temi appassionanti: l’amore per sua moglie Lucia, la resistenza, la propria terra, la scoperta della radio, la perdita e l’oblio”. Ma anche perché pensa che “questo testo sia un documento da valorizzare ma soprattutto una storia compiuta, che meriterebbe addirittura di diventare un breve fumetto di due pagine”.
Insomma, Bibi Bellini è “lieto di poter omaggiare la memoria di Biagi con un contributo pressoché inedito profondamente evocativo di un pezzo di storia del nostro Paese attraverso la storia della prima bicicletta di Enzo Biagi”. Perché “Enzo Biagi era un uomo generoso e soprattutto aveva una capacità narrativa rara tra i giornalisti: sintetizzare senza perdere il carattere epico del suo racconto”.
F.S.
(28 dicembre 2017)