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Gian Pietro Testa pittore: a Ferrara in mostra le opere del giornalista che amava dipingere fino al 20 marzo 2024

Una singolare esposizione dedicata a Gian Pietro Testa – giornalista, scrittore e poeta – nato nel 1936 a Ferrara, dove si è spento il 7 gennaio 2023. Testa è stato “uomo di penna” ma anche pittore. A poco più di un anno dalla scomparsa, in omaggio al suo talento di artista visivo, è stata inaugurata la mostra personale Gian Pietro Testa, il giornalista che amava dipingere. La vernice si è svolta nel pomeriggio di sabato 2 marzo alla Idearte Gallery di via Terranuova 41 a Ferrara, dove le opere restano esposte fino a mercoledì 20 marzo 2024 (apertura al pubblico da lunedì a venerdì dalle ore 10 alle 12 e dalle ore 16 alle 19. Sabato su appuntamento telefonando a 0532.1862076. Domenica chiuso. Per info: giom.larte@gmail.com).

 “Ritratto di donna in giallo”

La mostra è curata da Giorgia Mazzotti, giornalista allieva di Testa specializzata in arte, ed è promossa dall’associazione culturale Ferrara ProArt con il patrocinio di Comune di Ferrara, Ordine dei Giornalisti dell’Emilia-Romagna (presenti all’inaugurazione il vicepresidente Alberto Lazzarini e la consigliera Serena Bersani), Associazione Stampa Ferrara e il sostegno di Amsef Ferrara a tutela della memoria. È stata realizzata “per documentare la memoria e un aspetto meno noto di una personalità ferrarese che ha firmato pagine importanti di inchiesta e storia nazionale, di cronaca, giornalismo e narrativa”.
Firma di spicco per inchieste e reportage giornalistici a livello nazionale, Testa ha lavorato come cronista e inviato di testate quali Il Giorno, l’Unità, Paese Sera. Direttore dell’Ufficio Stampa del Comune di Ferrara dal 1985 al 1992, ha fatto parte del Consiglio dell’Ordine dei Giornalisti dell’Emilia-Romagna dal 1989 al 1998. È stato tra gli ideatori e promotori dell’Istituto per la Formazione al Giornalismo di Bologna, insignito nel 2017 del Premio Stampa alla carriera. Negli anni ha alternato la pubblicazione di opere di poesia e di narrativa.

 “Pannello con volti di prelati”

Oltre alle importanti attività di scrittura, per le quali è stato personalità di spicco sul piano giornalistico e letterario, Gian Pietro Testa ha sempre coltivato la sua particolare vena artistica. Era ancora ragazzo quando si è avvicinato alla pittura, che poi è rimasta compagna di strada per tutto l’arco della sua esistenza. Ma l’artisticità visiva è stata una “espressione quasi privata e comunque collaterale rispetto alla scrittura”. I suoi quadri sono stati esposti in rare occasione, una sua opera soltanto è conservata nelle collezioni delle civiche Gallerie d’Arte Moderna e Contemporanea di Ferrara. La maggior parte dei lavori pittorici – che vanno dagli anni giovanili fino al primo decennio del Duemila – è raccolta nella sua abitazione e in quelle di alcuni amici.

  “Paesaggio marino con figura femminile”

La mostra Gian Pietro Testa, il giornalista che amava dipingere propone una serie di opere a tema prevalentemente femminile, nelle quali “l’artista-letterato sa fare sue le opportunità e le affinità che incrocia e verso cui si pone con atteggiamento curioso, anticonformista, creativo”. “Distese o sedute, esposte all’aria, al sole e al sale, le protagoniste dei quadri sono affiancate quasi sempre dalla presenza di oggetti di apparente consumo, dove spicca un’etichetta”: uno stile che ricorda quello di molte opere della pop art. Non solo: “Oltre alla citazione di un elemento che sembra preso dal mercato come l’adesivo sul contenitore, la scelta di colori vivaci e la ripetitività di un tema rimandano all’arte moderna statunitense. E sono elementi distintivi rintracciabili in particolare nei lavori di Andy Warhol”.

 “Natura morta marina”

Tema ricorrente nelle pitture di Testa “è quello del flacone sul quale spicca la scritta a carattere maiuscolo TNT, sigla della dinamite. Un elemento che evoca gli atti dinamitardi e violenti degli anni di piombo su cui da inviato ha lavorato e indagato a lungo. Ma è anche un riferimento sintomatico della carica esplosiva insita in un’attitudine che punta a far esplodere maschere e impalcature fuorvianti per andare a cercare pepite di verità nascoste”.
In generale, le sue opere rivelano la personalità di un “libero pensatore, dissacrante e irriverente”, che “parte da riferimenti colti – d’arte, poesia e attualità – ribaltando i canoni e offrendo interpretazioni inaspettate. Come nel caso della sua Ultima cena, dove undici personaggi su tredici sono donne”. Insomma, Testa “si contraddistingue per un anticonformismo acuto, ironico e beffardo. Ma sempre pregno di umanità”.

Franca Silvestri
ph Luca Pasqualini
(4 marzo 2024)

Nell’immagine di copertina: “Ultima cena”