I sentieri della memoria di Renato Uguccioni messi in pagina da Gianna Zagni
Un libro che racchiude ricordi, atmosfere lontane, racconti di vita e offre uno spaccato di storia di inizio Novecento. È Sentieri della memoria di Renato Uguccioni, pubblicato postumo da Minerva Edizioni grazie alla raccolta meticolosa degli scritti e alla cura del volume della giornalista Gianna Zagni.
Renato Uguccioni è scomparso l’anno scorso. Amava la scrittura e aveva fissato i suoi ricordi su manoscritti che talvolta faceva stampare in copisteria per farne dono agli amici. Perché “ci sono particolari momenti della vita, soprattutto a maturità raggiunta, nei quali si amalgamano il piacere e il presunto dovere di trasmettere ad altri più giovani esperienze, ricordi, storie, tradizioni di vita vissuta proprie e di altri che ci hanno preceduti e che abbiamo sentito raccontare, tramandate di generazione in generazione”.
Queste parole di Uguccioni sono racchiuse in un volume che “prolunga la memoria” ed è segno di stima, riconoscenza, affetto della curatrice Gianna Zagni, giornalista sensibile, per molti anni componente del Consiglio regionale e tesoriera dell’Odg. Di seguito la sua presentazione.(f.s.)
Questo libro è la storia di un territorio, della sua gente, di corsi d’acqua, di campi coltivati, di stalle, di boschi, di fede, di tradizioni, di guerra, di dolore e di gioia.
Protagonisti principali sono una coppia di contadini realmente vissuti a Stiolo ai quali è stato dato un nome convenzionale. Una storia tramandata nel tempo dalla memoria di Uguccioni che l’ha vissuta fin da adolescente, trascorrendo lunghi periodi di permanenza nella casa dei nonni.
Il fulcro dei suoi ricordi si concentra nel paese di Stiolo; piccolo nucleo di case che viveva di vita autonoma per necessità, essendovi difficoltà di collegamento con altri centri più importanti per mezzo di strade agevoli e percorribili da mezzi sia pur semplici; con un proprio dialetto, che scaturiva dalle contaminazioni dei territori limitrofi, quali la Toscana, Bologna e Monghidoro.
Naturalmente non mancano vari riferimenti di vita e società di Loiano, Monte Venere,
Monghidoro, Roncastaldo e altre frazioni.
Stiolo e la Valle del Savena sono quindi i protagonisti di questa storia. E gli attori non sono
solo uomini, donne e bambini, ma tanti altri a partire dall’acqua del Savena che muove le ruote dei mulini per macinare il grano, che offre pesce, che consente di abbeverare gli animali e di lavare panni e persone; dai boschi che offrono castagne, funghi, tartufi e legna per i camini.
Oggi è cambiato il Savena, è cambiata la vita quotidiana, sono cambiati gli uomini e le donne. Uguccioni non ha nostalgia per il passato, è ben consapevole della bellezza e dell’importanza del progresso che ha cambiato il mondo.
Come lui stesso scrive nell’ultima pagina di questo libro, “non è giusto dimenticare il mondo
che fu dei nostri avi poiché, volenti o nolenti, siamo ancora permeati dei loro usi e della loro cultura che affiorano in noi in una molteplicità di atteggiamenti e gesti della quotidianità, nel modo di esprimerci, nei proverbi, nella superstizione, nelle maledizioni, nelle imprecazioni e tanto altro”.
Il ricavato delle vendite sarà interamente devoluto per il restauro della Chiesa di San Donino di Stiolo (Monghidoro) danneggiata dal terremoto.
Gianna Zagni
(4 novembre 2018)