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Lettera 22 a un calcio che non c’è più: un libro-ricordo di Francesco Gabellini

Come sarà il futuro del calcio italiano? Dare uno sguardo al passato magari può aiutare a trovare l’energia per ripartire con rinnovato entusiasmo. Perché “il calcio di una volta avrebbe ancora tanto da insegnare a quello di oggi”. Lo crede sinceramente Francesco Gabellini, autore dell’appassionato libro-ricordo Lettera 22 a un calcio che non c’é più, edito da BCC di Gradara.
Il volume raccoglie scritti, testimonianze, immagini e ricordi di amici che si accomunano e legano tra loro: “storie che andrebbero disperse nel tempo e invece costituiscono importanti tasselli di memoria collettiva”.
Nella narrazione, scorrevole e partecipata, si rievocano aneddoti, personaggi, luoghi e usanze di un calcio di provincia: “quel calcio che oggi non avrebbe nessun valore nei

circuiti sportivi dove le relazioni si sviluppano attorno a interessi economici e non più attorno alle persone”.
Intenzione dell’autore è “cogliere il mutamento della società e i suoi frenetici ritmi di vita che hanno cambiato tutto”. Al fondo del singolare racconto-ricordo “c’è la constatazione dei troppi interessi, delle cifre enormi che girano, dei suoi protagonisti, diventati dei divi”.
La pubblicazione di Lettera 22 a un calcio che non c’é più vuole essere un omaggio alla passione di chi l’ha interpretato in un contesto diverso. Con la convinzione che “il calcio è un elemento fantastico per comunicare con gli altri”.
Francesco Gabellini, classe 1942, vive a Cattolica. È giornalista pubblicista e per anni ha collaborato come cronista sportivo con Stadio-Corriere dello Sport, Settepiù, Radio San Marino.
F.S.
(1 dicembre 2017)