“InformAZIONE libera” e Odg dicono NO al carcere per i giornalisti
Sotto l’obelisco di Montecitorio, a Roma, organizzato dal comitato “InformAZIONE libera” (che comprende varie testate giornalistiche) si è svolto il sit in per difendere il diritto dei cittadini a essere informati correttamente e per chiedere che venga approvata al più presto la legge sulla diffamazione e l’abrogazione della pena del carcere per i giornalisti, come richiesto più volte al nostro Paese dagli organismi internazionali, introducendo inoltre nuove norme per scoraggiare lo strumento delle querele temerarie.
Per far tacere i giornalisti da tempo c’è l’abitudine di minacciarli con le cosiddette querele temerarie per diffamazione a mezzo stampa, reato che prevede non solo sanzioni pecuniarie ma anche richieste risarcitorie di importi esorbitanti e il carcere
fino a sei anni.
Per sensibilizzare l’opinione pubblica su questo malcostume e per stimolare il Parlamento ad approvare la norma che prevede quanto meno la depenalizzazione di questo reato, alcuni giornalisti si sono costituitisi in un comitato organizzativo denominato “InformAZIONE libera” perché “vogliamo agire e smettere di perdere tempo con le strategie a tavolino fatte di scambi di favori in cui alla fine a rimetterci sono i colleghi e i cittadini”.
Alla manifestazione hanno partecipato il presidente nazionale dell’Ordine dei Giornalisti Enzo Iacopino, il vicepresidente Santino Franchina, il segretario Paolo Pirovano e numerosi consiglieri nazionali dell’OdG che hanno incontrato tra gli altri l’ex viceministro della Giustizia e attuale ministro per gli Affari regionali e le Autonomie Enrico Costa.
Al sit in hanno aderito numerose associazioni e organizzazioni di cittadini, da Libera alle Mille Donne per l’Italia, da Irideventi a Ram, da Flidon all’Associazione nazionale Giuseppe Garibaldi, fino all’Associazione Tutela dei diritti e solidarietà e all’Associazione Stampa Reggiana, da sempre impegnate nella lotta per la legalità e a tutela dei diritti di lavoratori e cittadini.
Dal sito del Cnog.
(16 giugno 2016)