Memorial Marco Gardenghi 2024: il giornalismo fra sport, salute, carcere, società
È stato annunciato il 18 giugno scorso il Memorial di rugby intitolato a Marco Gardenghi (scomparso nel dicembre 2023), giornalista e componente del Cdr al Resto del Carlino, sindacalista stimato, molto attivo, esperto di tutti i contratti giornalistici e di previdenza, ex presidente dell’Unione Nazionale Giornalisti Pensionati, appassionato di rugby.
Il Memorial si svolgerà in autunno a Bologna ed è promosso dall’Unione Nazionale Giornalisti Pensionati Emilia-Romagna in collaborazione con UNGP nazionale, Ordine dei Giornalisti Emilia-Romagna, Associazione Stampa Emilia-Romagna, Federazione Nazionale Stampa Italiana, Unione Stampa Sportiva Italiana, Confcommercio Ascom Bologna. E, grazie alla collaborazione con il presidente della Giallo Dozza Bologna Rugby Matteo Carassiti, è inserito fra le iniziative del progetto ministeriale Sport e Salute, cui partecipa la squadra del Giallo Dozza (team di rugby nato nel 2014 all’interno della casa circondariale, unico in Italia a gareggiare nel campionato nazionale di serie C).
Claudio Cumani, presidente dell’Ungp Emilia-Romagna, dichiara: “C’è un ricordo personale di Marco Gardenghi che mi piacerebbe condividere in questa occasione. Eravamo pressoché ragazzi, neoassunti al giornale, entusiasti ed inconsapevoli di quello che la vita ci avrebbe potuto riservare. Marco mi raccontò che certi pomeriggi da solo se ne andava in un campetto fuori Ferrara a tirare calci a un pallone da rugby. A me pareva una follia. Adesso, dopo qualche decennio, l’immagine di quel ragazzo che prende a calci (chissà se rabbiosamente) la sua fame di futuro mi torna alla mente.
Marco non è stato solo un giornalista ma ha creduto nel giornalismo, o meglio nei giornalismi. Ha fatto della difesa di questo mestiere e quindi di chi questo mestiere lo pratica la sua missione, il senso della sua vita. E allora cosa legava Marco al rugby e che cosa c’entrava questo sport con la sua vocazione sindacale? Secondo me gli piacevano la tenacia, il coraggio, la determinazione, la consapevolezza, l’idea di comunità che quello sport si porta appresso. E quei valori (tenacia, coraggio, determinazione, consapevolezza, idea di comunità) li aveva trasportati nel suo lavoro a difesa dei colleghi.
Negli ultimi tempi è stato presidente regionale dell’Ungp, di cui io immeritatamente ho raccolto per spirito di servizio l’eredità, ma la sua vita professionale si è svolta principalmente a Roma dove ha contribuito alla stesura di contratti fondamentali per la professione. È stato dalla parte dei deboli, di quelli che avevano bisogno, di quelli che forse avevano sbagliato. Sono molto grato a chi ha reso possibile questa iniziativa. Marco credeva nei giovani ma soprattutto confidava nella giustizia e nella voglia di riscatto. Sapeva che si poteva cadere e rialzarsi. Ha combattuto contro la sua malattia con rabbia e tenacia come se si trovasse su un campo di gioco. Non è andato a meta ma ci ha lasciato una grande lezione.
E quella lezione non la vogliamo dimenticare”.
Silvestro Ramunno, presidente dell’Ordine dei Giornalisti Emilia-Romagna, sottolinea: “Marco Gardenghi è stato un collega che ha dedicato forze e energie al sindacato dei giornalisti, impegnandosi per la dignità del lavoro dei giornalisti. Non c’è buon giornalismo, non c’è informazione di qualità senza il riconoscimento del lavoro dei giornalisti. Sono facce della stessa medaglia. Oltre al ricordo di un collega di valore, è stata questa la ragione che ha portato l’Ordine dei Giornalisti dell’Emilia-Romagna a patrocinare questa iniziativa. C’è poi un altro aspetto, non secondario: in memoria di Marco Gardenghi porteremo il giornalismo nella società, tra atleti, carcerati, volontari, associazioni… È importante mescolarci, essere aperti, farci conoscere e riconoscere. Solo se la società percepirà il valore del nostro lavoro e l’importanza della buona informazione, il giornalismo avrà un futuro e i giornalisti un lavoro dignitoso”.
(19 giugno 2024)