Osservatorio regionale sulla professione. Referente è la consigliera dell’Odg Emilia Vitulano, impegnata nel monitoraggio delle minacce ai colleghi. Per segnalazioni osservatorio@odg.bo.it
Il Consiglio dell’Ordine dei giornalisti dell’Emilia-Romagna ha deciso la costituzione di un OSSERVATORIO REGIONALE SULLA PROFESSIONE e ha deliberato che la consigliera Emilia Vitulano ne sia la referente.
Questo l’indirizzo mail per eventuali segnalazioni: osservatorio@odg.bo.it.
Che quella del giornalista sia una professione sottoposta a pressioni e minacce è vero anche adesso, anche in Italia, anche in Emilia-Romagna. I dati 2017 dell’Osservatorio Ossigeno per l’informazione dicono che nella nostra regione i giornalisti minacciati sono stati 37: certo, ben lontani dai 141 del Lazio, ma comunque sufficienti a piazzarci al quarto posto (prima regione del Nord) in questa non invidiabile classifica dopo il Lazio, appunto, la Sicilia (44) e la Campania (42).
Sicuramente in questo balzo dell’Emilia-Romagna ha avuto un peso determinante il processo Aemilia, in corso a Reggio Emilia, il più grande maxi processo per mafia del Nord, in cui gli attacchi ai giornalisti da parte di imputati e legali degli imputati non sono purtroppo un’eccezione. In questo caso ci troviamo di fronte a un fenomeno eclatante, ma ci sono quotidiane e meno evidenti pressioni, da parte del potente di turno, su una categoria spesso troppo precaria e “debole” per resistere come si deve. A conferma di ciò arriva l’ultimo rapporto di Reporter senza frontiere pubblicato a fine aprile, secondo cui l’Italia è al 46mo posto nella classifica sulla libertà di stampa, sempre staccata dai maggiori partner Ue, ma comunque in miglioramento rispetto allo scorso anno quando era 52ma. Dal World Press Freedom Index emerge che il nostro Paese ha un coefficiente sulle limitazioni alla libertà per i media di 24,12 (era 26,26), appena più alto di quello degli Stati Uniti (23,73) che si collocano subito prima al 45mo posto.
Da una parte c’è l’esigenza di avere una stampa libera da minacce o condizionamenti. Dall’altra, però, il giornalista ha un dovere nei confronti dei suoi lettori: quello di rispettare la deontologia e non contribuire alla deriva sempre più preoccupante di fake news, notizie parziali, sommarie, lesive della privacy. Dovere che troppo spesso viene disatteso. Il che mina la credibilità di una categoria che oggi sicuramente non gode del favore dell’opinione pubblica.
È questa la duplice direzione che intende percorrere l’Osservatorio regionale sulla professione: impegnarsi a difenderla dagli attacchi esterni, ma anche “proteggerla” da chi non facendo onestamente il proprio dovere compromette quell’imprescindibile rapporto di fiducia che deve esistere tra chi scrive e chi legge.
L’Osservatorio dunque si propone di essere un punto di riferimento per quei colleghi che subiscono pressioni e minacce o ritengono che, nella categoria, ci sia chi non rispetta la deontologia che sempre deve essere alla base del nostro agire. Senza alcun intento delatorio, ma con l’obiettivo primario di difendere la credibilità dei giornalisti.
Siamo pronti a ricevere qualsiasi segnalazione e a vigilare autonomamente per assicurare che il nostro lavoro venga svolto al meglio in tutti i sensi.
Intendiamo dedicare specifici corsi di formazione o incontri alla materia. Partendo proprio da una iniziativa con Ossigeno per illustrare i dati inediti sulle querele pretestuose e le condanne a pene detentive emesse in Emilia-Romagna negli ultimi anni. Tessere rapporti sempre più stringenti con quelle associazioni e quelle realtà che anche a livello nazionale si occupano di difesa della professione, sotto tutti i punti di vista, è uno degli obiettivi di questo Osservatorio.
Uno dei punti dolenti della proliferazione dei siti di informazione è che molto spesso non sono testate registrate e chi vi collabora non è iscritto all’Ordine dei giornalisti. Quindi il potere dello stesso Ordine in questi casi è praticamente nullo. Eppure sono proprio questi siti che, in casi sempre più frequenti tanto da aver ormai oltrepassato il livello di guardia, calpestano qualsiasi regola deontologica anche semplicemente e banalmente per il fatto di non conoscerle affatto. E qui l’Osservatorio potrà (e si impegnerà per) esercitare un ruolo di moral suasion per garantire una divulgazione di notizie rispettosa di minori, migranti, disabilità, continenza, pertinenza e veridicità.
Infine, confrontandoci con la struttura dell’Ordine (un grazie particolare a Miro Albertazzi) ci siamo resi conto che non disponiamo di un elenco delle testate giornalistiche dell’Emilia-Romagna. E un Osservatorio che non sa cosa osservare parte già penalizzato. Quindi forse il compito prioritario è proprio quello di creare un database che possa servire anche per altri scopi.
Della nostra attività daremo conto tramite i canali di informazione dell’Ordine dei giornalisti.
Emilia Vitulano
(22 maggio 2018)