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Presa di posizione dell’Ordine dei Giornalisti per libro con falso storico sulla Strage alla Stazione di Bologna del 2 agosto 1980

Dopo la pubblicazione dell’articolo “La strage di Bologna diventa un attentato delle Brigate Rosse nel manuale per diventare giornalisti” (Repubblica/Bologna, 11 ottobre 2024), l’Ordine regionale prende ferma posizione rispetto al “falso storico” sulla Strage alla Stazione di Bologna del 2 agosto 1980 contenuto in un testo-sintesi spesso utilizzato per la preparazione all’esame da professionisti (sebbene non indicato dal Consiglio nazionale dell’OdG).

Il Consiglio dell’Ordine dei Giornalisti dell’Emilia-Romagna condivide l’indignazione di Paolo Bolognesi e dei famigliari delle vittime della strage del 2 agosto 1980 alla stazione di Bologna per il gravissimo falso storico riportato in un testo che, pur non essendo tra quelli indicati dall’Ordine nazionale per la preparazione all’esame da professionisti, è comunque frequentemente utilizzato da chi si prepara alla prova.
Citare la strage del 2 agosto tra altri episodi terroristici attribuiti alle Brigate Rosse – come viene fatto nel testo “Giornalista italiano. L’esame da professionista in più di mille domande e risposte” – è disinformazione, sia che la si attribuisca a ignoranza e sciatteria oppure alla volontà di cancellare la storia e la realtà fattuale acclarata da sentenze passate in giudicato.
Il 2 agosto 1980 non “esplose una bomba nella stazione ferroviaria di Bologna” – come viene liquidata la vicenda nel manuale per giornalisti di Carlo Guglielmo Izzo, Adriano Izzo e Francesca Pantanella – poiché le bombe non esplodono da sole. Si trattò invece di una strage di stampo fascista, come dimostrano i nomi delle persone condannate nel corso degli anni quali esecutori materiali, depistatori o mandanti. Ridurre la più grave strage avvenuta in Italia dal dopoguerra a oggi all’esplosione di una bomba è quanto meno segno di grande superficialità, se non nasconde l’intento di avvalorare piste del tutto prive di fondamento che periodicamente vengono riproposte.
Le giornaliste e i giornalisti del Consiglio dell’Ordine dell’Emilia-Romagna chiedono all’editore Agenmedia di porre riparo a questo grave vulnus in un manuale che dovrebbe servire alla formazione delle nuove generazioni di colleghi, ritirando le copie eventualmente distribuite nelle librerie e sospendendo le vendite del testo sulle piattaforme in attesa di una nuova edizione che proponga la realtà fattuale accertata sulla strage di Bologna.

Di seguito la presa di posizione del Consiglio nazionale dell’Ordine pubblicata nel sito del CNOG.

Polemica su un manuale. Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti: niente a che fare
In un libro per praticanti, non riconosciuto dall’Ordine, stravolta la verità giudiziaria sulla strage di Bologna

In merito all’articolo uscito su Repubblica/Bologna dell’11 ottobre 2024, dal titolo “La strage di Bologna diventa un attentato delle Brigate Rosse nel manuale per diventare giornalisti” l’Ordine nazionale dei giornalisti comunica che il testo “Giornalista italiano. L’esame da professionista in più di 1000 domande e risposte”, edito da Agenmedia e firmato da Carlo Gugliemo Izzo, Adriano Izzo e Francesca Pantanella non è tra i volumi riconosciuti o consigliati dal Cnog per gli aspiranti giornalisti che stanno preparando l’esame per diventare professionisti e smentisce qualsiasi tipo di collaborazione con la casa editrice.
L’elenco testi consigliati dall’Ordine è consultabile nell’apposita sezione del sito istituzionale (https://www.odg.it/esame-idoneita-professionale/per-la-preparazione). Come è facilmente verificabile, il testo in oggetto non è consigliato né tantomeno indicato dall’Ordine, ma si tratta di un’iniziativa editoriale di Agenmedia, con il quale l’Ordine non ha più rapporti da anni.
Comprendiamo e condividiamo l’indignazione e l’amarezza espresse da Paolo Bolognesi, presidente dell’Associazione dei parenti delle vittime della strage di Bologna. La verità sancita dalla giustizia è ben diversa.

(13 ottobre 2024)