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Riflessioni, auspici e prospettive nella lettera ai colleghi del Presidente dell’Odg regionale Giovanni Rossi

Cari colleghi,
quest’anno la vita dell’Ordine è stata caratterizzata dal rinnovo dei suoi organi di autogoverno. Le elezioni di ottobre hanno fatto seguito a ben due proroghe del mandato precedente ed hanno visto una sostanziale modifica della composizione numerica del Consiglio Nazionale i cui componenti sono stati più che dimezzati. Purtroppo, la riforma non ha toccato le modalità attraverso le quali i colleghi hanno scelto i propri rappresentanti, perdurando, così, un metodo elettorale che, di fatto, prevedendo un massimo di tre seggi su tutto il territorio regionale, limita la partecipazione al voto anziché favorirla. Pensato in altri tempi è evidente che tale meccanismo non risponde più alle esigenze di oggi.

Vi sarebbero altri punti sui quali intervenire oltre alle modalità di voto, come le caratteristiche stesse di accesso all’Ordine, ed altro ancora che non cito per dovere di sintesi. Tutto ciò dimostra che c’è molta strada da fare per realizzare una compiuta riforma dell’Ordine dei giornalisti. Il processo, però, sembra avviato.
Non è, ovviamente, nelle competenze del nostro Consiglio regionale agire su queste tematiche, tuttavia non mancherà la nostra costante pressione affinché tali problemi siano affrontati a livello nazionale ed il nostro sostegno a chi si impegnerà a farlo.
Attraverso lo strumento della Fondazione il nostro Ordine ha garantito ed intende continuare a garantire una eccellente offerta formativa continua, che tale deve rimanere, affinandosi ulteriormente, certo affiancata da corsi a pagamento i quali, però, debbono garantire alti livelli di specializzazione.
Colgo l’occasione per rivolgere un appello a tutti gli iscritti affinché programmino la acquisizione dei crediti, utilizzando tutte le opportunità offerte, dai corsi individuali, all’online, ai numerosi seminari frontali.
Ricordo che la formazione professionale continua non è una autonoma decisione assunta dall’Ordine, ma un obbligo di legge. Tuttavia, invito i colleghi a considerare la formazione come una opportunità di crescita culturale e professionale e non come un fastidioso vincolo.
Se una speranza di futuro c’è per questa professione essa risiede proprio in un salto di qualità rispetto alla situazione odierna caratterizzata da una devastante crisi del mercato del lavoro a cui si accompagna una conseguente difficoltà che colpisce l’identità stessa ed il ruolo professionale del giornalista.
Un obbligo di legge è anche quello che impone a tutti coloro che appartengono ad Ordini professionali di possedere un indirizzo di posta elettronica certificata (Pec). Tutti noi o, almeno, una gran parte di noi, ha sottovalutato la positività di tale obbligo. Ciò anche a causa della confusione iniziale cha ha accompagnato la diffusione della Pec. Va detto, però, che se tutti i nostri iscritti ottemperassero all’obbligo i costi che l’Ordine deve sostenere per le comunicazioni di legge verrebbero abbattuti e tutte le procedure sarebbero più veloci. Altrettanto vale per il lavoro del Consiglio di disciplina territoriale. C’è anche da considerare che appare strano che proprio l’Ordine dei giornalisti non sia al passo con le possibilità che la tecnologia ci mette a disposizione. Oltretutto, ne deriverebbe un aiuto anche all’attività dei nostri collaboratori di segreteria, ai quali rivolgo un pubblico apprezzamento per il lavoro che svolgono.
Per il 2018 la quota d’iscrizione resta invariata: 110 euro (di cui 50 devono essere trasferiti al Consiglio Nazionale); la metà per i pensionati, come stabiliscono le norme.
Per il 2019 dovremo porci il problema di come arrivare alla completa copertura della popolazione giornalistica regionale con la Pec con l’obiettivo di spostare risorse economiche oggi assorbite dalle attività burocratiche di legge verso iniziative di servizio ai colleghi.
Tante altre cose andrebbero dette. Una su tutte: questo Ordine intende essere sempre al fianco dei colleghi allorché la loro autonomia e professionalità viene attaccata, quando si cerca di intimidirli e di condizionare il loro lavoro, come sempre più spesso accade anche in Emilia-Romagna.
Mi fermo qui, dichiarandomi sempre disponibile – come certamente lo sono tutti i componenti del Consiglio – ad incontrare quei colleghi che ne facessero richiesta.
Un augurio di un buon 2018.
Giovanni Rossi
Presidente Ordine Giornalisti Emilia-Romagna
(5 gennaio 2018)