Si è spento Marco Margini, cronista di lungo corso al Resto del Carlino e maestro di nuove tecnologie
In occasione di una delle ultime vacanze insieme sulla neve, saliti in cima della prima pista a Pedraces, in Val Badia, gli sussurrai con timore: “Torno a mettere gli sci dopo qualche anno, sarò ancora capace?”. Lui mi rassicurò: “Non preoccuparti, scendi dietro a me, ti aiuto io”.
Può sembrare un banale episodio, in realtà è esempio per far capire a chi legge tutta l’indole generosa e altruista di Marco Margini. Una cifra di attenzione che si esprimeva soprattutto nello svolgimento della professione, verso chiunque gli richiedesse un consiglio, un parere, un’attenzione. A quel punto, si faceva in quattro.
Marco è scomparso qualche giorno fa, era nato a Reggio nell’Emilia il 5 agosto 1940, e se non fosse stato per quella maledetta malattia che cancella la memoria fino al semplice riconoscimento delle persone, all’apparenza gli avresti dato meno della sua età.
Dopo il diploma in ragioneria aveva cominciato a collaborare con la Gazzetta di Reggio, ma presto si era trasferito al Resto del Carlino della sua città. Al Carlino trascorse quindi la quasi totalità della sua carriera giornalistica ed era già al Carlino quando divenne pubblicista nel settembre del 1965. La sua dichiarazione di compiuta pratica fu firmata da Enzo Biagi, allora direttore del quotidiano di Attilio Monti. Di quella “nidiata” di praticanti facevano parte cavalli di razza come, tra gli altri, Marco Guidi e Aldo Mori. Margini divenne infatti professionista il 30 giugno 1971.
Negli uffici di via Mattei a Bologna lo abbiamo conosciuto, e più precisamente in un ufficio province che annoverava colleghi di livello come Gianni Cristofori, Stefano Passini, Giorgio Maioli, Sandro Bosi, Fabio Raffaeli, Giorgio Gazzotti e altri ancora, impegnati nel confezionare in tipografia – dopo averle controllate – le pagine delle redazioni esterne.
A questo accurato impegno, Margini aggiungeva talvolta le sue critiche pubblicate nella pagina degli Spettacoli per via della sua vena artistica e per la sua passione per la musica classica e la danza.
Quando il giornale di Attilio Monti ebbe la necessità di darsi una veste moderna, passando dalla macchina da scrivere all’uso del computer, Margini fu tra i traghettatori del “nuovo”, insegnando l’uso del sistema editoriale sul pc ai colleghi delle province.
Fu allora, nella redazione di Ancona, che il nostro rapporto professionale diventò amicizia.
Con “Ma-Ma” – così lo chiamavamo tra amici – abbiamo condiviso la passione per lo sport praticato, specie lo sci e il tennis. Entrammo a far parte di un club speciale che Marco condivideva tra gli altri con Aldo Mori, ex vicedirettore del Carlino, con Alessandro Cappellini, professionista de Il Piccolo di Trieste, responsabile della pagina dei Motori, e ancora col collega Paroli de Il Giorno. E altri ancora.
Dalle province, Margini si spostò poi in cronaca di Bologna.
Ricorderemo Marco per la sua grande umanità, per l’attenzione nello svolgere la professione nel rispetto delle regole, e per l’eleganza – un segno distintivo nel suo modo di essere e non solo di apparire. Era raffinato nell’accezione più nobile, umana e morale del termine, se così si intende un profondo rispetto per gli altri. Cosa sempre più rara nel giornalismo.
Il saluto estremo a Marco è fissato per domani, martedì 4 novembre 2025, presso la Camera Mortuaria del Policlinico Sant’Orsola di Bologna alle ore 10.30. Un forte abbraccio alla figlia Sara e alla famiglia tutta.
Diego Costa
Nel 2011 Margini ha ricevuto la medaglia d’oro per i quarant’anni di iscrizione come professionista all’Ordine dei Giornalisti dell’Emilia-Romagna, che si unisce al cordoglio di familiari, amici, colleghi e formula sentite condoglianze.
(3 novembre 2025)