Si è spento Pietro Bongiovanni, un gentiluomo del giornalismo emiliano
Professionista dal 1956, medaglia d’oro per i 40 anni di professione e iscrizione all’Albo nel 1996 (quest’anno ricorre il sessantesimo), Pietro Bongiovanni ha lasciato un segno singolare nella storia del giornalismo della nostra regione. Un uomo saggio, onesto, di grande garbo, che ha speso la vita per l’informazione, con semplicità e dignità.
Sergio Fantini gli dedica questo ritratto con gratitudine e affetto.
Ci ha lasciato Pietro Bongiovanni, un carissimo collega che ricordo con un groppo in gola. Piero, così lo chiamavamo, aveva 92 anni. Quando l’incontrai la prima volta era il tempo della gioventù. Faceva il correttore di bozze all’Avvenire d’Italia. Io avevo dato da poco l’esame di maturità e iniziato gli studi
universitari. Mi accolse, assieme al capo ufficio don Ildebrando Casaglia, con molta cordialità e diventammo presto amici. Allora l’ufficio correzioni era l’anticamera del giornalismo. Bongiovanni mi ha insegnato prima a leggere poi, quando è cambiato il ruolo, a fare il giornale. Con un dialogo continuo, con scambi di idee, con discussioni anche animate per arrivare a un risultato condiviso. È stato così per molti anni nella redazione dove sono passati tanti colleghi alcuni dei quali, purtroppo, non ci sono più. Da Giobatta Cavallaro a Umberto Andalini, da Gaetano Nannetti a Odoardo Bertani, da Mario Traina a Pier Maria Filippini, da Italo Moscati ad Arrigo Martino, da Franco Pecci a Gian Luigi Degli Esposti a Paola Rubbi. Tutti abbiamo sempre ammirato la sua signorilità, il suo equilibrio, la sua preparazione. Abbiamo vissuto periodi difficili, gli anni di piombo, gli scontri di piazza, la strage alla stazione di Bologna, gli anni indimenticabili del Concilio Ecumenico con Raniero La Valle e Albino Longhi, il doloroso distacco del giornale da Bologna, la fusione con l’Italia di Milano, la nascita di Avvenire. Poi i tempi della pensione. Con Bongiovanni ci siamo spesso rivisti. Non mancava mai quando c’era da dare una mano per le elezioni dell’Ordine o del Sindacato.
Grazie di tutto, Piero. Ciao.
Sergio Fantini
(19 maggio 2016)