Sì del Senato al ddl sulla diffamazione
Il Senato ha approvato il disegno di legge sulla diffamazione a mezzo stampa. Il provvedimento passa ora all’esame della Camera.
Fra le novità c’è la cancellazione del carcere per i giornalisti, anche se il testo prevede pene pecuniarie (con un massimo di 10mila euro) e impone l’obbligo di pubblicare una rettifica documentata. Rettifica, peraltro, prevista senza risposta, senza commento e senza titolo.
Il ddl estende l’applicazione della diffamazione a mezzo stampa anche ai mezzi radiotelevisivi e alle testate online (registrate ai sensi dell’articolo 5 della legge sulla stampa).
Una parte del testo (articolo 3) riguarda il diritto all’oblio, per la prima volta inserito nell’ordinamento italiano.
“Il senato si è limitato, per non incorrere nelle sanzioni dell’Europa, a eliminare il carcere per i giornalisti. Ma l’insieme delle norme mantiene tutto l’effetto intimidatorio con la previsione di una sanzione che può arrivare a 10mila euro. L’equivalente del compenso di mille o più articoli per moltissimi giornalisti”. Lo ha detto Enzo Iacopino, presidente del Consiglio nazionale dell’Ordine. “Come si tuteli in questo modo la libertà dell’informazione – ha continuato il presidente Iacopino – è un mistero che solo le tortuosità della politica possono tentare di spiegare. Come si tuteli il diritto dei cittadini alla verità, prevedendo un obbligo di rettifica senza alcun commento da parte dell’autore dell’articolo, è un altro mistero: i ladri, i corrotti di turno, i mafiosi di ogni latitudine avranno la possibilità di suggestionare l’opinione pubblica con la loro ultima parola. Il giornalista dovrà tacere, limitandosi a fare da cassa di risonanza alla loro ‘verità’”.
(31 ottobre 2014)