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Il Tribunale del Lavoro di Bologna ha annullato la sanzione alla collega di Hera

Il Tribunale di Bologna (sezione Lavoro, giudice Leonardo Pucci) ha annullato la sanzione che la multiutility Hera aveva irrogato ad una giornalista dell’ufficio stampa “rea” di avere  inserito in rassegna stampa un articolo del Corriere della Sera (redazione di Bologna) il cui contenuto rappresentava un ipotizzato avvicendamento nella carica di presidente di Hera (ricoperta da vent’anni da Tomaso Tommasi di Vignano) da parte dell’ex ministro (ed ex assessore) Gian Luca Galletti, salvo poi, nelle righe successive, affermare che la carica di Tommasi di Vignano era stata confermata fino all’approvazione del bilancio.

Dopo una contestazione formale e un procedimento disciplinare interno, la giornalista era stata sanzionata con un’ora di multa motivata dalla presunta erroneità del contenuto dell’articolo inserito nella rassegna che viene inserita ogni mattina nella intranet a disposizione dei dipendenti della multiutility. La giornalista, assistita dagli avvocati Eugenia Tarini e Alberto Piccinini, su mandato dell’Aser (Associazione stampa dell’Emilia-Romagna), ha impugnato il provvedimento disciplinare in Tribunale sostenendo non solo la genericità della contestazione, ma anche per difendere alcuni principi base della professione giornalistica, che in ogni contesto deve poter essere praticata senza condizionamenti, censure e intimidazioni. La giornalista, è stato spiegato, non ha fatto altro che raccogliere gli articoli principali che quel giorno – il 10 marzo 2021 – avevano come oggetto Hera, considerando attendibile una fonte come il Corriere della Sera. Senza tralasciare che l’azienda mai ha chiesto rettifiche ufficiali di quell’articolo sostenendo che contenesse inesattezze.

Il giudice, nella sentenza (visibile a questo link) spiega che non è chiaro perché tale condotta “sarebbe stata in concreto negligente”, e scrive anche che “viene evidenziato un parallelo discutibile sul fatto che mettere in rassegna stampa aziendale un articolo equivale a confermare o avallarne il contenuto, circostanza che, allora, dovrebbe portare al non inserimento non solo degli articoli che contengono un errore, ma anche di tutti quelli che hanno una posizione critica nei confronti della società o dei suoi vertici”.

Aser dichiara: “non possiamo che essere soddisfatti perché non è ammissibile che una giornalista sia punita per avere svolto il proprio lavoro professionalmente (offrire una panoramica degli articoli del giorno) all’interno di un ufficio stampa; né si può pretendere che ella sia tenuta ad operare censure o a nascondere articoli che in qualche modo possono essere critici verso la società o l’ente  suo datore di lavoro”.

Altre info nel sito di ASER.
(29 marzo 2023)