Uffici stampa: il caso Anzola Emilia ripropone l’urgenza di applicare la 150/2000
L’ultimo caso è quello del Comune di Anzola Emilia, nell’ambito dell’Unione dei Comuni delle Terre d’acqua.
Si mettono a bando le attività di Ufficio stampa (fare comunicati, relazionarsi con i media, curare il notiziario comunale, eccetera) qualificandola come attività di comunicazione.
Perciò ritenuta non giornalistica e di conseguenza senza chiedere a chi concorre di essere iscritto all’Ordine dei giornalisti, come è reso invece obbligatorio da una legge dello Stato, la numero 150 approvata dal Parlamento italiano nel 2000 (19 anni fa!). Di conseguenza si viola anche un’altra norma: quella che prevede l’obbligatorietà dell’assicurazione previdenziale del giornalista, anche se dipendente pubblico, all’Istituto Nazionale di Previdenza dei Giornalisti Italiani “Giovanni Amendola” (INPGI) il quale istituto, però, può iscrivere solo giornalisti (professionisti e pubblicisti) a loro volta regolarmente appartenenti all’Ordine professionale. Così il gioco delle violazioni è completo.
Nel caso specifico il bando (già chiuso) di Anzola riguarda un “Concorso pubblico per esami per l’assunzione a tempo indeterminato ed orario part time 34 ore su 36 di n.1 ‘istruttore amministrativo addetto alla comunicazione’ cat. giuridica C”.
Nel bando non si fa alcuna menzione all’obbligo di iscrizione all’Ordine dei giornalisti malgrado sia chiaro che si chiede al dipendente di svolgere attività di informazione così come sono richiamate nella legge 150 del 2000 che regola tali funzioni nella Pubblica amministrazione.
Nel testo vi sono affermazioni che rimandano direttamente ed inequivocabilmente ad attività tipicamente giornalistiche. Al futuro dipendente si chiede di “curare la gestione degli eventi stampa, le conferenze stampa e la redazione di comunicati stampa”. E, ancora: “collaborare e coordinare la pianificazione e la redazione del notiziario comunale”. Se non fosse ancora chiaro si precisa che gli si chiede la “elaborazione di note ed articoli relativi all’attività del Comune”. Infine, nella prova il candidato dovrà dimostrare di conoscere “elementi di legislazione riguardante attività di informazione e comunicazione pubblica”.
Oltretutto, se il vincitore della selezione fosse un non iscritto all’Ordine si configurerebbe l’esercizio abusivo della professione, creandogli problemi di cui certamente non porterebbe la diretta responsabilità che ricadrebbe tutta sull’Amministrazione.
Tutto ciò accade malgrado recentemente sia stato sottoscritto, proprio in Emilia-Romagna, un Protocollo dal Consiglio regionale dell’Ordine dei giornalisti (CROG), dall’Associazione stampa dell’Emilia-Romagna (ASER) e dal Gruppo giornalisti Uffici stampa dell’Emilia-Romagna (GUS) con la rappresentanza emiliano-romagnola dell’Associazione Nazionale dei Comuni Italiani (ANCI) che riafferma tutto questo e ne chiarisce i vari aspetti.
Giovanni Rossi
Presidente Consiglio regionale dell’Ordine dei giornalisti Emilia-Romagna
Serena Bersani
Presidente Associazione Stampa Emilia-Romagna
(14 maggio 2019)