Un interessante saggio storico-biografico di Claudio Santini sul giornalista Ezio Cesarini
Claudio Santini, Presidente del Consiglio di disciplina territoriale dell’Ordine dei giornalisti dell’Emilia-Romagna, ha pubblicato un libro sulla figura di Ezio Cesarini, giornalista-eroe fucilato dai fascisti. Una lapide a ricordo è stata posta, nelle settimane scorse, nella sede del Master in giornalismo di Bologna. Il libro si intitola Ezio Cesarini. Italiano Antifascista Giornalista (Minerva Edizioni – 15.00 euro).
Pubblichiamo l’introduzione al volume del Presidente dell’OdG regionale Giovanni Rossi.
Leggendo l’ottima ricostruzione storica della vicenda di Ezio Cesarini realizzata dal collega Claudio Santini vengono alla mente molte considerazioni.
La prima è umana: Cesarini è stato un eroe popolare nel senso che la vita che ha condotto – difficile, complessa, drammatica ed alla fine tragica – è la vicenda non di un superuomo, ma di un uomo semplice, un intellettuale, certo, di un giornalista nel senso pieno della parola, cioè di un cronista, ma pure di un padre di famiglia disposto a tanto pur di garantire il pane ai suoi famigliari.
Sottolineo questo aspetto per primo perché lo considero un grande insegnamento ed un richiamo alla realtà, un modo di fuggire demagogia e celebrazioni puramente formali.
La seconda è politica: Ezio Cesarini era un democratico, antifascista, uomo di sinistra. Cose che anche oggi è difficile essere, tanto più esserlo in modo minimamente coerente. Credeva nel progresso, guardava quindi con attenzione alle esigenze dei ceti meno abbienti. Non si considerava (e non lo era) un privilegiato lontano dal popolo, come pure oggi si considera qualche “grande firma” e vive sé stesso pure qualche firma non particolarmente grande. Anche in questo modo esprimeva un sentire la propria professione non elitario come sempre dovrebbe essere per un giornalista.
La terza considerazione è di lungo periodo. La battaglia per la libertà in generale e per quella di stampa in particolare non è mai conclusa e la sua conquista non è mai definitiva. Troppo spesso la politica guarda con ostilità alla libera stampa, non sopporta le critiche, mantiene in vita norme che la limitano o che la minacciano. Nel nostro Paese si discute da anni di querele temerarie, cioè ricorsi alla giustizia il cui unico scopo è quello di intimidire il cronista scomodo, “eccessivamente” curioso.
In Italia è ancora possibile condannare al carcere un giornalista a causa della sua attività professionale.
In Italia c’è chi pensa che sia giunto il momento non tanto per abrogare l’Ordine dei giornalisti, ma la professione giornalistica in quanto tale ed anche tra i giornalisti c’è chi vive la deontologia, le regole della professione, la ricerca della verità, il rispetto delle persone, come cose di cui si può fare a meno, come un limite alla libera espressione del pensiero. Da questo atteggiamento alla barbarie anti-democratica e illiberale il passo non è poi tanto lungo.
Non ci si rende conto che senza l’informazione corretta, competente, meditata, verificata, è il caos. Tutto diventa vero, quanto meno verosimile, e quando tutto è credibile e creduto allora nulla è vero.
C’è la necessità che la battaglia di Cesarini prosegua: la professione ha da essere libera e seria e deve essere possibile svolgerla con dignità, anche economica in quanto il giornalista ricattato perché il suo lavoro è sempre precario e sottopagato non è un giornalista libero. Aspetto questo che chiama in causa gli editori della cui responsabilità sociale – alla quale la nostra Costituzione subordina il libero esplicarsi dell’attività imprenditoriale – spesso ci sono scarse tracce.
Sono i motivi per i quali l’Ordine dell’Emilia-Romagna vuole che il ricordo del sacrificio di Ezio Cesarini resti vivo. Lo scritto di Santini, cioè del Presidente del nostro Consiglio di disciplina territoriale, è un contributo forte in questa direzione e per tale motivo lo ringrazio.
Giovanni Rossi
Presidente del Consiglio regionale dell’Ordine dei giornalisti dell’Emilia-Romagna
(9 novembre 2020)