Un libro di Barbara Sartori dedicato a San Colombano pellegrino
È un santo d’altri tempi Colombano. Ricorre il 1400° anniversario della morte.
Barbara Sartori ha scritto una biografia – intitolata San Colombano. Pellegrino per Cristo sulle strade d’Europa – che ripercorre la vita del monaco irlandese, fondatore di vari monasteri, la cui opera evangelizzatrice si è chiusa a Bobbio nel 615.
Il volume, pubblicato dalle Edizioni Paoline, narra le vicende esistenziali e spirituali del santo che i Papi hanno definito “padre dell’Europa”
per la sua intuizione di cogliere – nel Vangelo – l’elemento unificante di un’Europa in crisi dopo la disgregazione dell’Impero romano.
Il VI secolo, per cultura e mentalità, è molto lontano dal nostro. Eppure il carisma che spinse questo monaco austero a lasciare la sua Irlanda – faro di civiltà e cultura – per affrontare l’ignoto sul Vecchio Continente in preda al caos dopo la disgregazione dell’Impero romano d’Occidente, ci rimanda a quella “Chiesa in uscita” che papa Francesco sempre raccomanda.
Colombano è il profeta venuto dalle periferie che, senza timore di dire la verità ai potenti dell’epoca – fossero i sovrani merovingi o il papa – ha intravisto nel Vangelo il fattore unificante dei popoli europei. I suoi scritti, ai quali ampiamente si attinge, sono uno stimolo a riscoprire il valore di nuove relazioni possibili, segnate non dalla violenza, dall’invidia, dall’aggressività, ma da una carità capace di spendersi per il bene comune.
Barbara Sartori è redattrice del settimanale della diocesi di Piacenza-Bobbio Il Nuovo Giornale e collaboratrice di Avvenire. Prendendo come testo di riferimento la Vita di San Colombano – che scrisse il suo primo biografo Giona di Susa – l’autrice ripercorre con stile giornalistico, attento ai fatti ma aperto al “meraviglioso” di cui è ricca ogni storia di santità, l’avventura umana e spirituale di Colombano: la formazione in patria, la decisione di farsi “pellegrino per Cristo” in Europa, la predicazione per le strade delle Gallie, i primi monasteri ad Annegray e Luxeuil, l’esilio, l’arrivo in Italia – prima alla corte longobarda e infine a Bobbio – dove morì nel 615. Il tutto rilanciando di continuo ai lettori gli spunti che il messaggio colombaniano contiene anche oggi.
(3 aprile 2015)