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UNA SOCIETÀ UMANA TRIDIMENSIONALE È LA SOLUZIONE? Nuovo libro del collega Andrea di Furia

È possibile un mondo diverso? Una organizzazione sociale ed umana quale non c’è mai stata e che abbia le esigenze dell’uomo al suo centro?
Secondo il collega pubblicista Andrea di Furia, sì è possibile. Occorre cambiare i riferimenti culturali ed i progetti sociali recuperando le elaborazioni dell’imprenditore Adriano Olivetti e del suo Movimento Comunità (che riuscì anche ad entrare in Parlamento), ma soprattutto di Rudolf Steiner e delle sue elaborazioni “antroposofiche”. Queste ultime riprese dal progetto di Antropocrazia di Nicolò Giuseppe Bellìa, matematico, inventore ed imprenditore, autore anche di una lettera contenente un progetto di diversa modalità di tassazione inviata, anni fa, ai parlamentari italiani.
Centrale per di Furia la separazione tra economia, politica e cultura ognuna delle quali deve agire in autonomia, darsi una propria organizzazione, nessuna delle quali deve prevalere sull’altra. Dar luogo, perciò, a tre strutture separate solo per funzione. Prevalenza che oggi avviene con il dominio dell’economia su ogni altra manifestazione umana con la conseguenza di avere trasformato le nostre democrazie in “econocrazie” (dove il potere è sempre meno in capo al popolo e sempre più esercitato da élite economiche mondiali), basate sul mito dello sviluppo senza fine, incapaci di risolvere i grandi problemi dell’umanità a cominciare dall’emergenza ambientale e moltiplicatrici di conflitti politici e religiosi, sommosse, scontri armati, violenze contro civili ed attentati.
Tutto questo Andrea di Furia lo spiega in un libro davvero assai particolare dall’intrigante titolo-immagine La raccolta differenziata del sociale economico, politico, culturale. Il sottotitolo, che compare in copertina, recita, ambiziosamente, La via d’uscita dal conflitto dimensionale verso una più attuale e serena sinergia sociale. Il volume – di 413 pagine – è edito da “CambiaMenti” (che ha sede a San Lazzaro di Savena – Bologna) e costa 20,00 euro.
Si tratta di un testo complesso, non semplice da sintetizzare.
L’autore, laureato in giurisprudenza, ed impegnato nel mondo dell’economia sul versante della formazione e della comunicazione, per aiutare il lettore a comprendere le sue argomentazioni utilizza l’immagine della raccolta differenziata dei rifiuti sociali (che sono tutti i problemi irrisolti che il genere umano trascina con sé senza mai trovare una soluzione definitiva ed accettabile) in tre diversi “cassonetti” per il mercato, lo Stato e la scuola. In altre parole, ognuno di questi tre ambiti deve organizzarsi autonomamente dagli altri senza reciproche ingerenze per poter vivere in sinergia ed avere come fine il benessere dell’umanità.
Ma quali sono questi rifiuti? L’autore fa alcuni esempi per farsi comprendere. Nel campo economico possono essere il precariato, il caporalato, il lavoro trattato come una semplice merce e con sempre minori tutele e diritti nonché la trasformazione di ogni cosa secondo logiche aziendali come è accaduto all’Università ed alla sanità; in quello politico la burocrazia, la corruzione, il partitismo deteriore; ed in quello culturale cita il razzismo, l’integralismo confessionale-terroristico, i femminicidi, la negazione della dignità umana a coloro che appaiono diversi rispetto alla maggioranza. Quindi – secondo di Furia – solo cambiando la struttura della società umana, rendendo autonomi e finalizzati solo al loro scopo specifico i tre ambiti, sarà possibile affrontare questi problemi. Il mercato deve pensare a dare soddisfazione ai bisogni, lo Stato deve stabilire i doveri e garantire i diritti, la Scuola deve avere l’unica finalità dell’educazione e della valorizzazione delle intelligenze di ognuno senza ingerenze improprie come la sudditanza ai bisogni aziendali.
L’impressione è quella di una ulteriore grande utopia… e se fosse davvero la soluzione?
G.R.
(20 giugno 2023)