A Bologna iniziativa a sostegno di Radio Città del Capo con la partecipazione degli organismi di categoria e tavolo di confronto sulla situazione dell’emittente
Salviamo Radio Città del Capo. Editoria locale: crisi e prospettive di rilancio. Questo il titolo dell’incontro promosso dalle giornaliste e dai giornalisti di Radio Città del Capo, che si è svolto venerdì 17 gennaio a Bologna presso Ateliersì, al quale sono intervenuti giornalisti, esperti, rappresentanti di OdG e Sindacato della stampa.
In mattinata si è invece tenuto un tavolo di confronto istituzionale sulla situazione della radio cittadina, coordinato dall’assessore al Lavoro del Comune di Bologna Marco Lombardo, che ha visto la presenza di Renato Truce (presidente del cda di Netlit), Riccardo Tagliati (direttore responsabile di Radio Città del Capo), Giovanni Stinco (fiduciario di redazione), Chiara Colasanti (coordinatrice dei palinsesti di network) e di Stefano Mazzetti in rappresentanza della Regione Emilia-Romagna. L’esito del tavolo in un comunicato stampa del Comune di Bologna a questo link.
F.S.
(18 gennaio 2020)
Di seguito il comunicato di protesta di Radio Città del Capo e le note di solidarietà di Radio Popolare, Ordine regionale dei Giornalisti, ASER e FNSI pubblicate nei giorni scorsi.
Da 32 anni Radio Città del Capo racconta Bologna e il mondo. Lo fa in maniera libera, all’interno del Network di Radio Popolare, senza bandiere o schieramenti ma sempre dalla parte dei diritti e dei più deboli. Politica, cultura, musica. Radio Città del Capo è diventata nel tempo un punto di riferimento per la città di Bologna, e non solo.
Tutto questo potrebbe non esistere più. Entro il 10 gennaio 2020 l’editore di Radio Città del Capo, la NetLit srl, ha deciso di eliminare dalla programmazione i programmi locali di cronaca, politica e cultura e di smantellare la redazione di Bologna. I giornalisti potrebbero anche perdere il lavoro, così ci è stato comunicato. Tutto sarà spazzato via, a partire dalle tante trasmissioni dei conduttori e delle conduttrici che da sempre rendono Città del Capo quel patrimonio che è – e che vogliamo che resti – per la città di Bologna.
Sarà azzerato lo spazio che la radio sta dando alla politica regionale, e questo succederà in un momento decisivo per l’Emilia-Romagna. A meno di un mese dalla elezioni del 26 gennaio l’editore di Radio Città del Capo, con una circolare firmata dal presidente del Cda Renato Truce, ha dato l’ordine di sospendere quella che per lui è stata una “sperimentazione” – la cronaca locale – e che per noi è invece da sempre il lavoro di tutti i giorni e la storia di 32 anni di radio. Per descrivere il nostro lavoro l’editore sta utilizzando espressioni come “utilizzo indebito” della frequenza. Come se raccontare la scena culturale, musicale e politica di Bologna fosse qualcosa di indebito, e non invece – come è e vogliamo rimanga – il cuore e il senso stesso del progetto di Radio Città del Capo. Il tutto senza parlare delle pressioni al limite della vessazione verso i lavoratori della radio.
Vogliamo impedire che Radio Città del Capo si trasformi in una delle tante frequenze radiofoniche fantasma che nessuno ascolta e nessuno ricorda. Faremo tutto quel che serve per fare in modo che Radio Città del Capo continui a vivere, e resti punto di riferimento per la città di Bologna.
I redattori e le redattrici di Radio Città del Capo
Le lavoratrici e i lavoratori di Radio Popolare esprimono la loro solidarietà alle colleghe ed i colleghi di Radio Città del Capo di Bologna, contro l’atto di prepotenza e vessazione che vorrebbe zittire una voce storica della radiofonia indipendente non solo bolognese, ma italiana.
Siamo allibiti nell’apprendere che tra le motivazioni ci sarebbe una presunta inutilità del racconto quotidiano del territorio, che con passione e professionalità i nostri colleghi svolgono da anni, arricchendo anche la programmazione e l’informazione di Radio Popolare.
Una scelta ancor più stupefacente proprio in un momento in cui è urgente la necessità di voci libere ed indipendenti che aiutino a comprendere i cambiamenti delle nostre città, voci che andrebbero valorizzate e sostenute e non certo chiuse.
Stupisce ancor di più che a volerlo fare siano editori e cooperative che dietro alle presunte finalità sociali trattano l’informazione come una merce qualsiasi, disperdendo la professionalità delle colleghe e dei colleghi.
Daremo sostegno e diffusione ad ogni iniziativa che le redattrici ed i redattori di Radio Città del Capo sceglieranno di mettere in pratica, per difendere il loro lavoro e la loro e nostra voce.
Il CDR di Radio Popolare
Il tentativo di chiudere una delle voci storiche dell’informazione bolognese è inaccettabile va contrastato. Le motivazioni hanno dell’incredibile e dimostrano, ancora una volta (e se ce ne fosse bisogno), come molti editori (troppi) considerano il valore dell’informazione, la professionalità ed il lavoro dei giornalisti. Radio Città del Capo è un bene della città, quindi è necessario che le istituzioni, le forse politiche, le associazioni di Bologna reagiscano a sua tutela.
L’Ordine dei giornalisti dell’Emilia-Romagna è impegnato a sostenere i colleghi di Radio Città del Capo e sarà presente in ogni iniziativa che abbia obiettivo di difendere questa libera voce.
Giovanni Rossi
Presidente del Consiglio regionale dell’Ordine dei giornalisti dell’Emilia-Romagna
Il comunicato diramato da ASER e FNSI.
“Occorre dare immediatamente seguito alle richieste di apertura dei tavoli sindacali sul futuro della redazione bolognese di Radio Città del Capo”. In una nota inviata alle agenzie di stampa, Associazione Stampa Emilia-Romagna (Aser) e Federazione nazionale della Stampa (Fnsi) intervengono sulla crisi societaria che sta coinvolgendo l’editore di Radio Città del Capo, la NetLit srl, che ha vissuto prima le dimissioni in massa dei Consiglieri di Amministrazione, in disaccordo su alcuni aspetti societari, e ora ha deciso di eliminare dalla programmazione i contenuti locali di cronaca, politica e cultura della redazione di Bologna – dove lavorano cinque giornalisti.
“Occorre avviare con urgenza un confronto costruttivo sul futuro della redazione di Bologna, a partire dai livelli occupazionali, dalla tutela delle prerogative di informazione e dalle corrette relazioni sindacali”, dichiarano Aser e Fnsi.
“Dopo le note vicissitudini che hanno riguardato l’assetto societario dell’editore, tramite il fiduciario di redazione è stato chiesto un incontro all’azienda sul futuro della redazione bolognese. Tuttavia, invece di affrontare nel modo corretto le incognite societarie, l’azienda ha contestato la rappresentanza sindacale e non ha aperto alcun tavolo di confronto con i lavoratori. Ad oggi, anche la richiesta di incontro avanzata dal sindacato giornalisti è senza risposta. Siamo di fronte a una trasformazione radicale e non concordata della testata – proseguono Aser e Fnsi – e disaccordi tra i proprietari non possono in nessun modo portare a un depauperamento della redazione bolognese e allo svuotamento delle sue professionalità. Se, come dichiarato dall’azienda, la volontà è quella di tutelare il lavoro e le professionalità, non è utile farsi ‘trascinare’ ai tavoli dalle istituzioni come sta succedendo in questi giorni: pertanto invitiamo l’editore ad aprire un confronto sindacale in modo serio e in tempi strettissimi sul lavoro e il futuro a Radio Città del Capo”.
(7 gennaio 2020)