Un sottile racconto fanta-umoristico di Sergio Angeli: U-days. Ungulati a Bologna
“Hai mai pensato a cosa potrebbe succedere se domani, al tuo risveglio, aprendo la finestra e guardando fuori, ti accorgessi che la tua città è letteralmente invasa da una moltitudine brulicante di cervi, daini & c.?”.
È questo l’incipit di U-days. Ungulati a Bologna, il nuovo libro di Sergio Angeli pubblicato da Festina Lente Edizioni nella collana Piccola biblioteca del sorriso. Una narrazione singolare, esilarante, pungente di “fanta-umorismo metropolitano”. Una storia sottile e immaginosa che coniuga realtà esistenziale, vagabondaggi fantasiosi, desiderio di leggerezza, voglia di sorridere, sempre e comunque, nonostante tutto.
Angeli racconta: “È una tranquilla – o almeno così di primo acchito potrebbe sembrare – mattina di fine novembre quando, alle 6.45, la caposala Erika Sbarozzi, finito il turno
di notte, si appresta a uscire dall’atrio stranamente deserto o quasi dell’Ospedale Maggiore e, tra il lusco e il brusco di quel venerdì non ancora completamente sbocciato, le appare sull’ampio scivolo d’ingresso che porta al piazzale dabbasso il culo irriverente di quello che pare essere un enorme bue”.
La vicenda assume subito contorni ironici e stranianti: “Si fermò all’istante e con un rapido dietrofront rientrò nell’atrio chiedendosi cosa mai ci facesse un bue da quelle parti”.
E così inizia un “particolarissimo fine settimana bolognese che, in un continuo crescendo di una situazione quanto mai surreale e caotica di scompiglio generale, nel proprio svolgersi coinvolgerà, senza nulla e nessuno risparmiare, gente comune, politici, imprenditori, uomini di fede, militari e mass-media”.
Sergio Angeli, classe 1946, “già bancario anomalo, in quanto eclettico e pericolosamente incline all’umorismo”, vive fra Bologna e l’amato Appennino. Da tempo si dedica con passione alla scrittura breve, che reputa più coerente e in linea con gli attuali assillanti stili di vita e gli permette di “liberare” il suo effervescente humour, ricco di sfumature e toni che vanno dall’ironia più bonaria al feroce sarcasmo.
Franca Silvestri
(28 luglio 2017)