Sissignore: una narrazione sentita, attuale, pungente di Giorgio Boschini
Acuto, a tratti esilarante, talvolta amaro: un libro-satira che affonda le radici nel passato per ricondurci alla complessità del presente. È Sissignore del giornalista-scrittore Giorgio Boschini, pubblicato da Edizioni Artestampa.
Il volume, uscito nel 2012, viene ripresentato all’attenzione dei lettori.
Complice della riproposta è Cristina Boschini, giornalista e nipote dell’autore, che segnala il libro a circa un anno dalla scomparsa dell’impegnato e arguto collega.
“Obbedisco”, rispose Giuseppe Garibaldi a un ordine ricevuto dal re. Di anni ne sono trascorsi molti, ma l’andazzo non è cambiato. Anche oggi sono tantissimi i garibaldini (di proporzioni ridotte) costretti a chinare il capo quando dall’alto arrivano imposizioni. Arrivano da regnanti fasulli che si sono messi sulla testa corone di cartapesta. Per la maggior parte sono burocrati che affollano gli uffici pubblici. Impartiscono ordini tassativi anche coronati che occupano i piani nobili della società. Un militare dispone di una sola risposta quando si rivolge a un superiore: signorsì. La pace familiare esige l’obbedienza, altrimenti la moglie comincia a strillare. I sudditi più astuti fanno ricorso a sotterfugi e svicolano pur di sottrarsi a comandi bislacchi. Quando vanno a segno, i sotterfugi creano situazioni di due tipi: paradossali o spassose”.
Questo lo scritto in quarta di copertina, che consegna al lettore la sintesi del racconto partecipato e singolare di Boschini: una narrazione insolita con incursioni nella vita quotidiana di personaggi-emblema portatori di storia, memorie, difficoltà del presente.
L’impianto narrativo vuole evidenziare le “debolezze” del sistema-Paese. Ma è molto di più. Boschini propone una galleria di ritratti umani, di personalità alle prese con la storia e con le sue imponderabili “strettoie”. Il risultato è un racconto partecipato, amaro-ironico, disincantato che induce il lettore a riflettere sul passato e sulle “incertezze” del presente.
Quando Giorgio Boschini diventò giornalista professionista, nel 1964, era da due anni responsabile della redazione modenese de L’Avvenire d’Italia. Negli anni successivi passò alla Rai, divenendo voce e volto delle cronache modenesi per il giornale radio e il telegiornale, fino al pensionamento nel 1999. Non perse mai i contatti con la carta stampata, collaborando con il quotidiano Il Giorno nell’epoca d’oro del giornale milanese, sotto le direzioni di Italo Pietra e di Guglielmo Zucconi. Nel 2003, per conto del Ceis, ha realizzato un documentario su vent’anni di vita modenese (1982-2002). Per l’Associazione Stampa dell’Emilia-Romagna ha scritto la storia del giornalismo modenese dal 1945 al 2005. Nel 2004 ha ricevuto dall’Ordine dei giornalisti la medaglia d’oro per i quarant’anni di attività e permanenza nell’Albo.
In una sorta di affettuosa postfazione al volume, la nipote Cristina Boschini sottolinea il “passaggio di testimone”, da zio a nipote, nella professione giornalistica: “nella nostra famiglia questa tara si sta trasmettendo di generazione in generazione (…) in realtà si è trattato di affinità, di modi di sentire comuni e innati. Io, Giorgio, e prima ancora Nazario, che ci ha aperto la strada, abbiamo da sempre condiviso uno spirito libero, un’irrefrenabile curiosità per ciò che accade attorno a noi e la capacità di intuire al volo le situazioni e di saperle raccontare”.
Il ricordo di Giorgio Tonelli per Giornalisti web a questo link.
Franca Silvestri
(18 febbraio 2018)