Magazine d'informazione

Enzo Biagi viene ricordato come grande giornalista, autore di reportage, romanziere ma non come critico televisivo, invece la critica tv con lui diventa un caso. Invoca un modello di televisione diverso: i telegiornali devono raccontare la realtà, tutta, bella o brutta. Avrebbe saputo fare i conti anche con le nuove tecnologie, la tv parcellizzata, il web e i social imperanti

Giandomenico Crapis è medico ma è anche esperto di storia della televisione. Coltiva questa passione da molti anni, con curiosità e accuratezza, quasi come un secondo lavoro. Dalle sue ricerche fra materiali e memorie del piccolo schermo è emerso un capitolo poco noto della storia professionale di Enzo Biagi: frammenti curiosi, pungenti, importanti di critica tv pubblicati nel volume antologico Enzo Biagi – Lezioni di televisione (Rai Eri). Ne abbiamo parlato con Crapis nel decimo anniversario della scomparsa del celebre e...

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Bologna è un laboratorio interculturale a cielo aperto. È necessaria un’intesa fra le diverse religioni e con i laici per rendere il pianeta più vivibile. Una mano sola non può applaudire: la pace si fa insieme come la guerra. L’etica non è un principio religioso, riguarda tutti, anche i non credenti

Yassine Lafram è il coordinatore della Comunità Islamica di Bologna. È nato a Casablanca in Marocco nel 1985, ma è cittadino italiano a tutti gli effetti. In Italia è arrivato nel 1989 per ricongiungimento familiare. È cresciuto e ha studiato a Torino fino alle scuole superiori, poi nel 2005 si è trasferito a Bologna per frequentare l’Università dove si è laureato in Lettere e Filosofia. È sposato, ha tre figli, si sente bolognese ed è orgoglioso di vivere in questa città.

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Investire sull’informazione di qualità è l’unica strategia per uscire dalla crisi, invece in Italia si sta creando un deserto professionale. Ci sono troppi giornalisti sfruttati, sottopagati, che forse dovranno smettere di fare questo lavoro prima di poter dare un contributo significativo alla comunicazione, al paese, alla comunità in cui vivono

Mattia Motta è presidente della Commissione lavoro autonomo nazionale (Clan) della Fnsi, l’organismo nato all’interno del sindacato unico dei giornalisti italiani per mettere a fuoco le tante declinazioni del lavoro “non dipendente” e affrontare i complessi problemi dei freelance. Piacentino, classe 1982, Motta è cronista di nera e giudiziaria. Collabora con il quotidiano Libertà ed è capo ufficio stampa della Camera del Lavoro Cgil di Piacenza. È un giornalista precario, si destreggia fra varie attività giornalistiche e da una...

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Processo Aemilia: in appello confermate le condanne per intimidazioni alla stampa. La dichiarazione di Valerio Vartolo che ha assistito l’Ordine dell’Emilia-Romagna e l’Aser nella costituzione di parte civile al fianco dei giornalisti minacciati Pignedoli e Franzini

La Corte di Appello di Bologna ha aderito, interamente, all’impianto della Procura di Bologna, confermando la sentenza di primo grado emessa dal Gup Francesca Zavaglia, che aveva deciso le sorti di molti imputati dell’operazione Aemilia che avevano scelto il rito abbreviato. La Corte di Appello ha dunque confermato la parte più importante dell’impianto accusatorio, cioè l’esistenza dell’associazione a delinquere di stampo n’dranghetistico.

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Il dialogo interreligioso e un’etica comune sono possibili però serve una base condivisa di civiltà. L’informazione è inesatta ma la precarietà non giustifica la distorsione della realtà: il giornalista deve dire la verità

Alberto Sermoneta ha radici romane ma ormai da vent’anni è Rabbino Capo della Comunità Ebraica di Bologna. È una persona di profonda e rigorosa cultura, che trasmette con semplicità, passione, desiderio di “seminare” conoscenza. Tiene lezioni, conferenze, corsi tematici aperti a tutta la città: al Museo Ebraico è seguito da studenti, cultori, gente curiosa di scoprire i “segreti” dell’ebraismo. Rav Sermoneta è arguto, versatile, ironico e, come tutti gli ebrei, animato da una grande positività esistenziale. Il Tavolo interreligioso...

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Il Governo dovrebbe aprire un tavolo sull’emergenza occupazione del settore giornalistico. Un’informazione precaria indebolisce la democrazia e crea disuguaglianze nella professione. Inclusione è la parola d’ordine

Raffaele Lorusso è segretario generale della Federazione nazionale della stampa italiana (Fnsi). Da quando è stato eletto, al XXVII Congresso di Chianciano Terme nel gennaio 2015, concilia la professione di quotidianista a Repubblica con un’intensa attività nel Sindacato unico dei giornalisti. In questa chiacchierata mette a fuoco le questioni più nevralgiche della professione e individua criticità e urgenze del cosiddetto “lavoro autonomo”, che ormai in maniera cronica significa precarietà professionale. Si esprime senza eufemismi...

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