Magazine d'informazione

“UCCIDERE UN GIORNALISTA”

“Uccidere un giornalista”. Questo era il progetto dell’organizzazione mafiosa che ha messo radici in Emilia–Romagna. Al momento non sono stati fatti i nomi. Lo ha dichiarato Marino nel corso di una udienza del processo di Reggio Emilia. Questa notizia dimostra, una volta di più e se fosse ancora necessario, che le associazioni criminali ritengono l’attività un grave pericolo per loro. Ancora una volta si dimostra la necessità di tutelare e proteggere il lavoro di quei colleghi che operano sul difficile fronte del giornalismo investigativo. Occorre...

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Enzo Biagi e la bicicletta. Un insolito contributo del celebre giornalista-scrittore alla cultura delle due ruote: la lettera inviata nel 2006 a Bibi Bellini della Fiab per un progetto internazionale di mail art dedicato alla bici

La mia prima bicicletta era un residuato dell’esercito: a scatto fisso. A quella bicicletta sono legati momenti di felicità per le gite che facevo con gli amici e con Lucia, la ragazza che diventò mia moglie. Uno degli itinerari era Vizzano, il ponte sospeso sul Reno a Sasso Marconi. Da quelle parti conobbi il vecchietto che primo al mondo aveva sentito la radio. Un contadino che continuava a chiamare il padrone, Guglielmo Marconi, il “signorino”. Marconi gli aveva dato un apparecchio dicendogli: “Se arriva un segnale, spara un...

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Loris Mazzetti racconta Enzo Biagi. Dirigente Rai, giornalista, autore, scrittore, raffinato analista dei fatti del mondo ricorda con amicizia, entusiasmo e stima profonda l’amato “maestro” e i suoi codici di comportamento, imprescindibili

È scomparso il 6 novembre di dieci anni fa Enzo Biagi, uno dei più grandi giornalisti del ’900 che ha lasciato un segno forte, sincero, indelebile anche nel mondo d’oggi. Lo ricorda con affetto e ammirazione Loris Mazzetti, giornalista, scrittore, docente, regista che di Biagi è stato amico e storico collaboratore alla tv pubblica, in programmi come Il Fatto, Viaggio verso il Duemila, Cara Italia, Giro del mondo, Rt – Rotocalco Televisivo, ma pure in memorabili reportage da varie parti del globo. Mazzetti è stato capostruttura di...

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1970: Enzo Biagi è il nuovo direttore del quotidiano di Bologna il Resto del Carlino. Uomo-ponte fra moderati e progressisti? Il suo credo è semplice: alla libertà politica deve accompagnarsi la giustizia sociale, l’informazione è un servizio pubblico come i trasporti e l’acquedotto, bisogna raccontare i fatti, tutti i fatti

Giornalista, saggista, conduttore televisivo, Enzo Biagi ha raccontato la storia d’Italia per oltre mezzo secolo. Ha lavorato per la Rai, per i maggiori quotidiani e settimanali italiani. Nel 1970-71 è stato direttore del Resto del Carlino, un incarico ricoperto per poco che però lo ha reso “testimone del tempo” e innovatore con la sua “formula” da rotocalco. Di questo breve ma significativo periodo ne dà testimonianza il collega Claudio Santini, storico giornalista del Carlino, specialista in cronaca giudiziaria e osservatore attento...

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Enzo Biagi viene ricordato come grande giornalista, autore di reportage, romanziere ma non come critico televisivo, invece la critica tv con lui diventa un caso. Invoca un modello di televisione diverso: i telegiornali devono raccontare la realtà, tutta, bella o brutta. Avrebbe saputo fare i conti anche con le nuove tecnologie, la tv parcellizzata, il web e i social imperanti

Giandomenico Crapis è medico ma è anche esperto di storia della televisione. Coltiva questa passione da molti anni, con curiosità e accuratezza, quasi come un secondo lavoro. Dalle sue ricerche fra materiali e memorie del piccolo schermo è emerso un capitolo poco noto della storia professionale di Enzo Biagi: frammenti curiosi, pungenti, importanti di critica tv pubblicati nel volume antologico Enzo Biagi – Lezioni di televisione (Rai Eri). Ne abbiamo parlato con Crapis nel decimo anniversario della scomparsa del celebre e...

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Bologna è un laboratorio interculturale a cielo aperto. È necessaria un’intesa fra le diverse religioni e con i laici per rendere il pianeta più vivibile. Una mano sola non può applaudire: la pace si fa insieme come la guerra. L’etica non è un principio religioso, riguarda tutti, anche i non credenti

Yassine Lafram è il coordinatore della Comunità Islamica di Bologna. È nato a Casablanca in Marocco nel 1985, ma è cittadino italiano a tutti gli effetti. In Italia è arrivato nel 1989 per ricongiungimento familiare. È cresciuto e ha studiato a Torino fino alle scuole superiori, poi nel 2005 si è trasferito a Bologna per frequentare l’Università dove si è laureato in Lettere e Filosofia. È sposato, ha tre figli, si sente bolognese ed è orgoglioso di vivere in questa città.

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